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 2022  febbraio 18 Venerdì calendario

L’Arabia assume trenta macchiniste: 28.000 candidate



L’annuncio di lavoro era destinato a 30 macchiniste. Hanno risposto in 28 mila. Lo scenario, come ormai accade di frequente quando si parla di diritti delle donne, è quello dell’Arabia Saudita. Nel Regno di Mohammed Bin Salman di recente sono state le restrizioni al lavoro femminile ma a Riad, evidentemente, le aspirazioni femminili non sono ancora soddisfatte. Tanto più se si considera che fino al 2018 alle donne, in Arabia Saudita, non era nemmeno concesso guidare.
Per trovare l’ago nel pagliaio, l’operatore ferroviario spagnolo Renfe, autore dell’annuncio di lavoro, ha fatto sapere che valuterà le candidature online e che, ai fini della selezione il cui termine è previsto a fine marzo, dirimente sarà la conoscenza della lingua inglese. Le 30 donne selezionate guideranno treni ad alta velocità tra la Mecca e Medina dopo un anno di formazione retribuita. Una tratta coperta per ora da 80 uomini.
Il «guardiano»
Il parente maschio più prossimo, o il marito, dovrà dare il permesso alle lavoratrici
Fino a poco tempo fa, le opportunità di lavoro per le donne saudite erano limitate a certi ruoli quali insegnanti e operatrici sanitarie, nel rispetto delle regole di segregazione. Poi, la partecipazione femminile alla forza lavoro è quasi raddoppiata negli ultimi cinque anni, arrivando al 33 per cento dopo il piano di Mohammed Bin Salman di riammodernamento del regno e di apertura dell’economia, il Vision 2030. L’occupazione femminile nel settore privato è aumentata a un tasso doppio rispetto al settore pubblico nel 2019-2020, con una crescita del 40% nelle industrie ricettive e alimentari, del 14% nel settore manifatturiero e del 9% nelle costruzioni. Risultato, le donne ora iniziano a fare lavori una volta riservati agli uomini e ai lavoratori migranti. Ma la percentuale di donne che lavorano nel regno è ancora bassa, al 34,1% nel primo trimestre del 2021, e la disoccupazione femminile è ben oltre tre volte superiore a quella maschile, al 21,9%. L’Arabia Saudita di Mbs dunque punta molto sui progressi sulle questioni di genere anche a fini propagandistici – di recente alle donne è stato permesso anche di guidare i taxi – ma resta sotto osservazione sul tema dei diritti umani, a causa della repressione del dissenso che ha portato in carcere dozzine di attiviste per i diritti delle donne e per l’omicidio nel 2018 del giornalista Jamal Khashoggi. Come dire che 30 posti di lavoro riservati alle donne non bastano a cacciare le ombre. Da non dimenticare, poi, come le 30 candidate selezionate, prima di accettare il posto di lavoro dovranno chiedere il permesso al parente maschio più prossimo se single, o al marito se sposate. Perché così ancora è in Arabia Saudita, dove il sistema del guardiano non consente alle donne di prendere le decisioni più importanti da sole. Compreso salire su un treno per viaggiare. Figuriamoci per guidarlo.