la Repubblica, 18 febbraio 2022
Dopo 6 mila anni scompare la lingua Yagán
Cristina Calderón aveva 93 anni, è morta in Cile e con lei scompare anche la lingua parlata dalla tribù indigena degli Yagán, antichissima popolazione di nativi della Terra del Fuoco noti tra gli esperti e cultori come canoisti. Per 6mila anni sono vissuti di pesca e caccia girando su delle canoe per spostarsi nei canali che si ramificano nell’estremo sud del Cile, al confine del mondo.
Sulla presenza di questo popolo si sa poco ma alcune tracce dei loro passaggi sono state scoperte anche sulle isole Falkland, che sorgono a 1.521 chilometri dalla costa meridionale dell’Argentina, in mezzo all’Atlantico. In un’inchiesta pubblicata nell’ottobre scorso dalla rivista Science si sosteneva che erano state individuate sull’atollo «evidenze paleontogiche» che dimostravano il passaggio degli Yagán, molto prima che l’atollo venisse scoperto dai britannici, occupato dagli argentini e poi contesto tra i due Paesi in una lunga guerra di principio più che di sostanza. Ma è proprio la scomparsa di questa ultima discendente a chiudere un ciclo genealogico. Madre di sette figli e nonna di 14 nipoti, Cristina Calderón era l’ultima a conoscere una lingua composta da 32.400 vocaboli che si trasmettono solo da persona a persona, come scrive El País. Tanti, se si considera che un essere umano moderno ne usa generalmente 5mila. Nessuno dei suoi discendenti l’ha appresa; qualcuno conosce poche espressioni. Simbolo di un popolo in estinzione, era stata dichiarata Tesoro umano vivente dal governo cileno e dall’Unesco. Come una reliquia o appunto una specie rara.
Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo, nel secolo XIX erano presenti 3mila Yagán o Yámanas, come anche venivano chiamati. Erano concentrati nella Terra del Fuoco. Mezzo secolo dopo le malattie portate con l’arrivo dell’uomo bianco li sterminò, riducendoli a 130. E furono sempre la forzata evangelizzazione anglicana e le pressioni culturali nate con la colonizzazione a interrompere la catena di trasmissione orale che manteneva in vita il popolo degli Yagán.
Nel 2003 era morta la sorella di Cristina, Ursula. Otto anni dopo era stata la volta di Emelinda Acuña, e così erano morte le altre due indigene parlanti. Con lei svanisce un popolo di cui resta anche una sorta di vocabolario che nonna Cristina ha creato con una nipote, insieme a un cd con leggende, storie, canzoni perse nel tempo. L’annuncio della morte è stato dato su Twitter dalla figlia Lidia Gonzalez Calderón, vicepresidente dell’Assemblea costituente. E il presidente cileno Gabriel Boric ha sottolineato che «il suo amore, i suoi insegnamenti e le sue lotte dal sud del mondo vivranno per sempre».