La Stampa, 18 febbraio 2022
Le bustepaga dei paperoni dell’hi-tech
new york
«Too big to pay». Ovvero quando è troppo è troppo, anche se sei il re di Cupertino. La Institutional Shareholder Services (Iss) ha invitato gli azionisti di Apple a votare contro il compenso da 99 milioni di dollari che spetterebbe a Tim Cook.
Iss è una società di consulenza a cui fanno ricorso i fondi d’investimento che possiedono azioni di più aziende, con l’obiettivo di fornire consulenza in merito ai voti degli azionisti. Ebbene questa volta da parte del supervisore è giunto un parere negativo rivolto agli azionisti della casa della Mela, sul compenso del suo Ceo perché un compenso di tale entità rappresenta una «significativa preoccupazione».
Cook ha ricevuto lo scorso anno 3 milioni di salario, 12 milioni di bonus in contanti e azioni dal valore di 82 milioni di dollari. Il pacchetto includeva 630.630 dollari in costi di sicurezza personale e 712.488 dollari di uso personale di jet privati. Il premio, che dovrà essere approvato dall’assemblea annuale della società, in programma per il 4 marzo, secondo Iss, «solleva dubbi su entità e struttura».
Non è la prima volta che il supervisore si oppone a un pacchetto di compensi di Apple: l’ultima volta è stata nel 2015, ed ancor prima, nel 2011, ha chiesto ad Apple di rivelare i propri piani, dati i problemi di salute dell’allora ad Steve Jobs. Con il suo successore al timone, Apple ha però registrato una crescita significativa e ha raggiunto traguardi importanti, come quello di prima società quotata a raggiungere una capitalizzazione di mercato di mille miliardi di dollari. Traguardi che spiegherebbero compensi da capogiro specie se letti dal prisma della Silicon Valley.
Il Re Mida in questo caso è Sundar Pichai di Alphabet, la società madre di Google, con una retribuzione nell’anno fiscale 2019 di 280,6 milioni di dollari, di gran lunga la maggior della Corporate America (categoria società quotate). La stragrande maggioranza di quel denaro – circa 277 milioni – è sotto forma di premi in azioni.
Secondo, ma di gran lunga staccato è l’ex Ceo di Intel Robert Swan con uno stipendio base di 1,2 milioni, ma con 62 milioni in premi azionari e 3,7 milioni in incentivi. Il collega di Microsoft Satya Nadella ha guadagnato 42,9 milioni di dollari nell’anno fiscale 2019, il 66% in più rispetto all’anno precedente, grazie al rimbalzo del valore delle stock option che gli sono state assegnate.