il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2022
La multa da 210 milioni per Balenciaga e YSL
“Regolamento d’insieme”. Con queste parole, inserite nel bilancio del 2020, altri due marchi famosi del gruppo Kering, Yves Saint Laurent e Balenciaga, hanno giustificato il pagamento di 210 milioni di euro per chiudere le proprie pendenze con il Fisco. Quello francese. Dopo il caso Gucci in Italia, è la seconda volta che il gruppo Kering è costretto a pagare in seguito ad accertamenti fiscali. Il meccanismo è lo stesso. Usare la società svizzera Lgi per incassare i proventi di tutte le vendite nel mondo, anche se il lavoro reale viene svolto a Milano, a Londra o a Parigi. Così da risparmiare parecchio. Come calcolato dal consorzio Eic, grazie a un tax ruling con la Svizzera Kering fino al 2017 ha pagato un’aliquota media sugli utili dell’8,6%, con un risparmio di 2,5 miliardi di euro. A perderci è stata principalmente l’Italia, visto che Gucci è il marchio che garantisce la maggioranza (83%) dei profitti al gruppo.
Lo schema usato per la casa di moda fiorentina fondata a inizio ‘900 è stato però applicato a quasi tutti i marchi del gruppo: l’altro italiano, Bottega Veneta, i britannici Alexander McQueen e Stella McCartney, e poi appunto Yves Saint Laurent e Balenciaga. Rispetto a quanto successo a Milano, dove ha sborsato 1,2 miliardi di euro per chiudere l’accertamento con l’Agenzia delle Entrate, in Francia al gruppo di Francois-Henri Pinault è andata molto meglio. Per chiudere i casi di Yves Saint Laurent e Balenciaga, le autorità fiscali francesi hanno accettato che il gruppo Kering utilizzasse la procedura del cosiddetto “accordo complessivo”. In questo modo l’accusato beneficia non solo di un eventuale sconto di pena, ma anche di una riduzione del prezzo da pagare per chiudere il contenzioso tributario. Il ministero dell’Economia francese non ha sporto denuncia nei confronti di Kering. La Procura nazionale delle finanze (PNF), che aveva aperto un’indagine per riciclaggio, non ha effettuato perquisizioni o udienze, né ha richiesto ufficialmente il fascicolo giudiziario alle autorità giudiziarie italiane. La scelta è stata quella di attendere l’esito della verifica fiscale e un’eventuale denuncia da parte del Dgfip, l’agenzia delle entrate francese. La denuncia non è mai arrivata. La Dgfip non ha voluto rispondere a domande sul caso. La Procura nazionale delle finanze, da parte sua, ha dichiarato a Mediapart di aver archiviato il caso senza ulteriori azioni nel maggio del 2021, rifiutandosi tuttavia di commentare ulteriormente.
La notizia del pagamento di 210 milioni di euro da parte di Yves Saint Laurent e Balenciaga è contenuta nelle dichiarazioni finanziarie ufficiali delle due società. Secondo diverse fonti a conoscenza dell’argomento, il totale pagato da Kering sarebbe più alto dei 210 milioni comunicati dalle sue due controllate. Contattato per un commento, il gruppo controllato da Pinault ha confermato che l’inchiesta delle autorità francesi è “chiusa”, ha detto che la cifra di 210 milioni “non è accurata”, ma ha evitato di rivelare il totale effettivamente pagato. Di sicuro le imposte sottratte per anni da Kering alla Francia sono state tante. Lo dicono i bilanci di Yves Saint Laurent e Balenciaga. Da quando Pinault ha dovuto riportare a Parigi le attività registrate per anni in Svizzera, i fatturati delle due società francesi sono esplosi. Dal 2018 al 2019 i ricavi di Tsl sono passati da 393 milioni a 1,1 miliardo di euro. Quelli di Balenciaga si sono moltiplicati per cinque: da 185 milioni a 927 milioni di euro. Alla fine, la multa che le due società hanno detto di aver pagato al fisco d’oltralpe è stata di 210 milioni di euro.