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 2022  febbraio 17 Giovedì calendario

I dati delle violenze sulle donne

Altro che sicurezza e protezione tra le mura domestiche. Secondo uno studio dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), oltre una donna su 4 (il 27%) subisce violenza fisica e sessuale da parte del convivente, sia egli marito, fidanzato o partner di lungo corso.
Il range di età su cui è stato effettuata l’analisi è compreso tra i 15 e i 49 anni e il periodo esaminato oscilla tra il 2000 e il 2018. In questo ultimo anno la percentuale di donne abusate lievita addirittura a una su 7. Si stima cioè che nel 2018 fino a 492 milioni di donne hanno visto l’inferno per mano della persona verso cui nutrivano la massima fiducia.
E come non bastassero già queste cifre agghiaccianti, a rendere ancora più preoccupante il report dell’Oms c’è il fatto che molte vittime sono adolescenti: spesso già a 15 anni si subiscono botte e prevaricazioni sessuali, praticamente quasi una giovane su 4 (24%).
L’Oms ha incrociato i numeri del database globale sulla violenza sulle donne e poiché i dati si basano sull’autodenuncia da parte delle donne, sono quasi certamente una sottostima del reale fenomeno. Senza tralasciare, poi, il fatto che il Covid, negli ultimi due anni, ha di certo esasperato il problema, con il carnefice che si è fatto spesso scudo dell’omertà generata da lockdown e altre misure di isolamento.
L’Oms fotografa il fenomeno in tutto il mondo: la prevalenza delle sopraffazioni subite da parte del partner è massima in Oceania (49%), e Africa Centrale Sub-Saharana (44%). La diffusione minore si registra in Asia Centrale (18%), ed Europa Centrale (16%). In particolare in Oceania si registrano i dati peggiori, con oltre la metà delle donne che hanno riferito una violenza da parte del partner in Kiribati (53%), Isole Solomon (51%) e Papua Nuova Guinea (50%). Armenia e Georgia sono i paesi con meno violenza domestica da parte del partner (10%), mentre per l’Italia il dato si assesta sul 16% (una donna su 6).
La coordinatrice dei lavori dell’Oms, Claudia García-Moreno insiste sui pericoli innescati dal Covid: «Sebbene il nostro studio riguardi dati precedenti alla pandemia, i numeri sono allarmanti e diverse ricerche hanno evidenziato che con il coronavirus il problema della violenza domestica è aumentato, esacerbato ulteriormente da isolamento, abuso di alcol, depressione e ansia». E aggiunge: «La violenza da parte del partner colpisce la vita di milioni di donne, bambini, famiglie e intere società nel mondo». A dimostrazione del fatto che oltre alle donne, i maltrattamenti nei loro confronti colpiscono molto spesso i loro figli che diventato vittime della cosiddetta «violenza assistita».
Lynnmarie Sardinha, autrice principale dello studio, interviene in particolare in merito ai soprusi contro le più giovani che «purtroppo hanno un impatto a lungo termine sulla loro salute e sul loro benessere. Ma questa violenza si può prevenire e molto resta da fare investendo in interventi efficaci nella comunità e nelle scuole per promuovere l’uguaglianza di genere».