la Repubblica, 17 febbraio 2022
Il fenomeno Tananai
Eccolo il giovane eroe dei nostri tempi, Alberto Cotta Ramusino, in arte Tananai, simpatico, spietatamente autoironico, trionfante giocoliere per caso del balletto dei social, vezzeggiato da uno tsunami di meme: «Il più bello?» sorride trasognato ripensando al vento di follia che lo ha travolto in questo post-Sanremo «forse quello pazzesco con l’alfabeto secondo Tananai, a partire dalla “a” con un video in cui urlo “anamenaaaa!”, perchè poi ci vuole anche tempo a costruirli questi meme…».
Così come al contrario non c’è stato tempo di metabolizzare nulla in una delle piccole grandi fiabe che stanno rivoluzionando la nuova scena della musica italiana. L’ultimo, il 25simo in classifica che ribalta tutto con l’autoironia e posta la più bella battuta del festival: spero in 24 rinunce per partecipare all’Eurovision. Fino all’appello ad altre nazioni: «L’ambasciata svizzera ha risposto mezzo seriamente, ma ovviamente era una boutade, io un giorno ci vorrei andare sì, ma con l’Italia. Non ho capito neanche io quello che sta succedendo, è del tutto inaspettato, ma alla fine la cosa che mi fa felice è che dopo tanto lavoro, alla fine arriva la mia musica».È un giovane di 26 anni che a confronto agli adolescenti che hanno preso la scena sembra quasi un fratello maggiore, ma il suo Sesso occasionale è di fatto un debutto, o meglio lo sbocciare di un percorso iniziato in sordina nel 2019 e oggi arrivato oltre ogni aspettativa. «Un po’ mi faceva effetto arrivare da Sanremo giovani e trovare nei big un ragazzo di 19 anni, uno dice: beh potevate vendermi meglio, ma poi è andato tutto talmente bene, al di là della retorica è vero che l’età è solo un numero». È comunque un percorso, iniziato da un pezzo precedente, titolo Esagerata, con un video in cui c’è la stessa automobile che si vede nelle immagini di Sesso occasionale, praticamente una serie, che ora potrebbe anche continuare, o no? «C’era l’idea di chiudere una specie di trilogia, che dico trilogia, diciamo un piccolo trittico, ma ora tutti i ragionamenti sono saltati, vedremo… Il fatto di essermi fatto conoscere per come sono spero sia propedeutico alla musica, io sono fissato, ci lavoro da quando ho tredici anni, di notte perché prima c’era la scuola, poi l’università, i primi lavoretti, poi finalmente da un paio d’anni ci lavoro anche di giorno. È una bella conquista». Ora Tananai si ritrova tra le mani un successo tutto da meritare, anche dal vivo con un tour che si sta espandendo a vista d’occhio e che inizierà il 13 maggio a Venaria Reale, un successo che sta rimbalzando di programma in programma. Anche quando è arrivato nel salotto di zia Mara, quella vera, e lei se n’è andata lasciandolo lì da solo in mezzo allo studio: «A me piace stare con la gente, per me andare da Venier è stato come stare a cena da amici, ho imparato che la gente apprezza l’autenticità, che sa distinguere, ma quando si è alzata ed è sparita non ho capito più niente, per fortuna c’era la band che suonava, altrimenti sarei andato nel panico, ma fa parte di quello che mi sta succedendo. È divertente, ma una cosa è certa: dicono a me che sono strano, ma non è vero, è questo mondo che è strano, è tutto strano, siete strani!”.