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 2022  febbraio 17 Giovedì calendario

Tante Barbie Marie Curie

Mario Draghi, in visita ieri ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, ha tenuto un discorso il cui fulcro riguardava la ricerca scientifica, gli studi scientifici e le donne. Il presidente del Consiglio ha detto: «Sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici. Tra le giovani immatricolate nelle università italiane, solo una su cinque sceglie le cosiddette materie Stem – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – la metà circa degli uomini. Si tratta di diseguaglianze che partono da lontano, addirittura dall’infanzia». Ho un papà fisico, e una mamma segretario comunale, sono cresciuta per loro immaginazione (o distrazione, chi può dirlo) senza lo stereotipo per cui le bambine giocano con bambole e pentole, e i bambini con costruzioni e trattori, senza lo stereotipo secondo il quale le bambine sarebbero portate meno dei bambini a studi e percorsi di tipo scientifico. Sia io che le mie sorelle giocavamo con le costruzioni e con le Barbie. Costruivamo con i mattoncini le case – anzi i castelli – con le Barbie, eravamo principesse e cavalieri. Io sono laureata e ho un dottorato in matematica, mia sorella Silvia è laureata e ha un dottorato in chimica, mia sorella Giulia, che ha studiato moda, pratica la geometria e l’aritmetica sui corpi delle persone che veste. Siamo state fortunate e il discorso di Mario Draghi, ieri, mi ha fatto pensare che le fortune possono capitare, e così le occasioni, ma il futuro di un Paese bisogna progettarlo. Ha dunque parlato di investimenti per limitare ed eliminare il divario tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomini e donne, ricercatrici e ricercatori nelle discipline scientifiche. Per i progetti ci vogliono immaginazione, investimenti e leggi.
La prossima settimana dovrebbe arrivare nell’aula del Consiglio Regionale del Lazio una proposta di legge – la prima firmataria è Michela Di Biase, consigliera regionale – che mira a contrastare i pregiudizi e gli stereotipi di genere nelle discipline Stem e ne promuove l’apprendimento. La proposta di legge parte dalle scuole elementari, e arriva alla promozione e al sostegno delle carriere imprenditoriali delle donne nel campo delle Stem. Il Lazio sarebbe la prima regione a legiferare in tal senso, e dunque a immaginare uno spazio per le bambine e le ragazze dove non siano scoraggiate ma anzi siano incentivate a studiare discipline scientifiche. E io spero che una legge così pensata passi nel Lazio e in altre regioni italiane, diventi una legge della Repubblica così come mi è parso essere un indirizzo progettuale saldo nelle parole di Mario Draghi.
Sono stata una bambina degli anni Ottanta, guardavo in televisione Jeeg Robot d’acciaio, Candy e Lady Oscar, guardavo, grazie a mio padre, filmini di fisici americani che facevano esperimenti su onde e mesoni – la serie di fisica del Pscc, se ne trovano episodi su YouTube –, alla fine degli anni Ottanta ascoltavo le interviste di Sylvie Coyaud alla radio, e volevo essere e fare e dire quello che facevano robot, spadaccini, scienziati e avventurieri. Guardavo, mi immedesimavo, mi vestivo in un certo modo, e studiavo.
Questo per dire che bisognerebbe sempre pensare anche una Barbie “Marie Curie” o Barbie “Cartesio”, un modellino, una sintesi, un pupazzetto – come quelli degli idol coreani Bts – con i quali le bambine e i bambini possano giocare e immaginarsi, che possano far parlare, con i quali possano vivere o addormentarsi, che possano lanciare contro il muro, o cullare. Riempiamo il mondo di modelli e modellini di scienziate e scienziati, approviamo le leggi sull’abbattimento degli stereotipi di genere nelle Stem, pensiamo più libri illustrati come il Bestiario di Intelligenza Artificiale fatto da Ammagamma (una delle aziende più innovative tra quelle che lavorano nel campo dell’Intelligenza Artificiale) con Edizioni Panini (sì, proprio la stessa degli album di figurine della mia infanzia), nel quale concetti matematici e informatici complicatissimi sono incarnati da bestie fantastiche senza alcuno stereotipo di genere e che invece di demonizzare la scienza e gli algoritmi, li mostrano. Allevare uno degli animali del Bestiario di Intelligenza Artificiale è cosa da bambini e bambine e da persone adulte. La quotidianità della scienza e la sua frequentazione, il suo cos-play pure, sono lo strumento che insieme alla legge porteranno alla fine di uno stereotipo lesivo per le donne. E per gli uomini.