il Fatto Quotidiano, 16 febbraio 2022
Il green pass non serve più. Lo dicono in mille
Sono più di mille, per lo più docenti, ricercatori e tecnici di atenei ed enti di ricerca, ad aver sottoscritto la lettera aperta al presidente del Consiglio contro il green pass. Criticano le misure del decreto legge del 7 gennaio che ha esteso l’obbligo vaccinale contro il Covid al personale universitario e a tutti gli over 50. “Non vi sono basi scientifiche per questo ennesimo inasprimento”, scrivono, denunciando “l’escalation di violenza verbale e attacchi pretestuosi verso la minoranza di coloro che per vari motivi, tra cui considerazioni di tipo sanitario, hanno scelto di non vaccinarsi”. Ritengono il vaccino “sprovvisto delle adeguate garanzie di sicurezza ed efficacia” e pertanto, affermano, la sua imposizione “è una misura non solo sproporzionata, ma anche lesiva di diritti e libertà fondamentali costituzionalmente garantiti”. Considerano in particolare l’obbligo per gli universitari uno “strumento di repressione del dissenso” indirizzata a “quanti propongono analisi scientifiche e politiche di intervento non in linea”.
L’appello è lungo, con articolate citazioni. Esprime forte allarme per le sanzioni “senza precedenti” come la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione dei non vaccinati, ricorda le prese di posizione del Consiglio d’Europa contro l’obbligo, sottolinea le perplessità espresse anche da Marco Cavaleri e Guido Rasi – rispettivamente responsabile della divisione vaccini ed ex direttore dell’agenzia farmacologica europea Ema – sulle somministrazioni ripetute a breve scadenza. Si può discutere su alcune considerazioni circa l’impatto asseritamente contenuto della quarta ondata sul sistema sanitario o la validità di terapie discusse (idrossiclorochina compresa), ma è difficile non condividere la preoccupazione per i limiti all’accesso ai dati grezzi e la compressione dei diritti costituzionali. E soprattutto non si capisce perché certi argomenti dovrebbero essere demonizzati ed esclusi dal dibattito in un Paese che ha puntato solo sui vaccini dimenticando la sorveglianza, la prevenzione e le cure.
Oltre al presidente del Consiglio la lettera (reperibile su https://universitaricontroilgreenpass.wordpress.com/) è rivolta al ministro dell’Università, ai ministri tutti, ai presidenti delle Camere e al presidente della Corte costituzionale. Nessuna risposta finora. Dal mondo scientifico si levano altre voci, pur diverse, dalla direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che ritiene “una forzatura” l’obbligo vaccinale al presidente della Società di virologia, Arnaldo Caruso, contrario a prorogare il pass dopo la scadenza dello stato d’emergenza fissata al 31 marzo: “Non serve più”, ha detto.