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 2022  febbraio 16 Mercoledì calendario

Intervista a Sofia Goggia dopo l’argento

Sofia Goggia, ma è arrabbiata?
«Volevo l’oro. L’ho detto anche a Lindsey Vonn, la prima che mi ha chiamato. Lei ha capito perfettamente il mio stato d’animo. Quando sono arrivata giù sapevo di non aver vinto. Nella parte sotto non ho sentito la velocità. Quel paio di sci, il bambino preferito mio e dello skiman, da dicembre 2020, ha vinto tutto. Per questo al traguardo avevo un feeling misto. Ma guardate la medaglia, pesa meno di quella della Corea. Certo, quella era d’oro. Però, ragazzi, ho attraversato un periodo davvero tosto».
Ci racconti quelle giornate. I momenti più difficili?
«Il lunedì dopo la caduta ero giù. L’altro è quando sono arrivata qui a Yanqing e ho messo gli sci. Sapevo di dover fare una progressione enorme e avevo paura a fidarmi della mia gamba e del ginocchio. Ma il momento più buio di tutti è stato quando le cose iniziavano ad andare bene ma sono caduta nell’allenamento di superG. Finita a terra alla terza porta. Una scivolata banale che per me, invece, è stata una mazzata psicologica. Avevo la gamba in spasmo che tremava, pensavo di aver peggiorato la situazione, però clinicamente non era così. Ho avuto un pomeriggio di sconforto e ho pensato "non ce la posso fare" e quando mi sono rialzata l’ho detto a Rulfi».
Come è arrivata a questo miracolo?
«Con la forza di volontà. Ho avuto una progressione incredibile a livello fisico e sugli sci. Avere il coraggio di buttarsi giù da una discesa nuova dopo Cortina, senza essere mai andata veloce e farlo con quella scioltezza lì non è da tutti. Anzi. Io ci ho creduto. Anche nelle giornate più buie ho sempre avuto una luce che mi guidava e di questo sono grata. In questa stagione sono andata fortissimo, ero imbattuta fino a qui. Con l’infortunio mi è sembrato di rivivere l’incubo dei Mondiali dell’anno scorso. Sapendo però che le Olimpiadi ci sono ogni quattro anni. Così ho fatto miei questi venti giorni. Avrei firmato per questo».
Ci spieghi la luce.
«Ho avuto un momento in cui, invece di essere blasfema e scagliarmi contro il cielo, ho detto "se questo è il mio disegno lo accetto" e alla fine questa sorte di fede o di rassegnazione mista a una sorta di serenità mi ha aiutato molto».
Da uno a dieci quanto è in forma?
«5,5».
Cosa l’ha spinta?
«Il sogno olimpico. È un argento vivo, vivissimo, e sono contenta di averlo conquistato. Prima di partire ho dato un bacio all’oro della Corea e l’ho separato dalle medaglie dei Mondiali. Ho pensato "faccio un po’ di posto...chissà potrebbe arrivare un’altra medaglia».
Ha baciato la pista come in Corea. Perché?
«Bisogna sempre ringraziare il tracciato che ti ha regalato una medaglia».
Pensa di partecipare ai Giochi di Milano-Cortina?
«È il quadriennio più importante della mia carriera. Di sicuro visto che sono venuta qui in Cina per disputare una gara e ho ottenuto un argento a Cortina, sogno di fare più eventi e vivere con la bellezza nel cuore quella che di sicuro sarà la mia ultima Olimpiade. Un sogno nato il 24 giugno del 2019 quando io e Michela Moioli insieme siamo state protagoniste di quell’assegnazione. Poter disputare i Giochi in casa è un evento eccezionale».
Ha ricevuto i complimenti del presidente Mattarella.
«Il presidente supporta sempre tanto noi sportivi, abbiamo dato il nostro meglio per quelle che erano le nostre condizioni. Siamo molto onorate di ricevere i suoi auguri e le sue congratulazioni».
A chi dedica la medaglia?
«A me stessa. Perché alla fine giù dal cancelletto vado io. E a chi mi ha accompagnato per mano in questo percorso. Dopo Cortina tutto sembrava andato in fumo, invece...è finita così. Questo risultato ha un valore incredibile, ho avuto momenti davvero duri».