La Stampa, 16 febbraio 2022
Benzina e diesel mai così cari negli ultimi dieci anni
La crisi dei prezzi dell’energia preoccupa e solleva da più fronti la richiesta di un intervento da parte del Governo. La crisi in Ucraina ha inasprito un allarme che già da mesi era emerso e che peserà sulle tasche delle famiglie. Al centro dell’attenzione ci sono le quotazioni del petrolio che, con le tensioni di questi giorni tra Russia e l’Occidente, si sono pericolosamente avvicinate alla soglia dei 100 dollari al barile. Ieri, dopo l’allentamento dell’escalation nell’Est Europa, il Brent europeo è ripiegato in area 93 dollari ma la guardia rimane alta. Da mesi preoccupa anche l’andamento del gas naturale che coinvolge tra gli altri il settore dell’autotrazione.
Per le famiglie intanto i rialzi del petrolio si sono già tradotti in una stangata. Il prezzo della benzina (in modalità self) è arrivato a 1,837 euro al litro. Il prezzo medio del diesel (self) è invece a 1,712 euro al litro. Ben più alti i valori del servito: per la benzina il prezzo medio è a un soffio da quota 2 euro (1,972 euro) mentre la media del diesel è salita a 1,851 euro.
Ieri Assoutenti ha denunciato il fatto che i listini dei carburanti segnano in questi giorni i livelli più alti degli ultimi 10 anni, e alla pompa i prezzi di benzina e gasolio tornano ai record registrati nel 2012. «I nuovi record dei carburanti stanno producendo in questi giorni rincari a cascata sui prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti, e pesano come un macigno sulle tasche degli italiani – afferma il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Il combinato bollette/benzina avrà effetti enormi sul potere d’acquisto dei cittadini, e rischia di determinare nel 2022 una forte contrazione dei consumi da parte delle famiglie». L’associazione di consumatori chiede al Governo di intervenire subito su accise e Iva. Dello stesso tono anche l’Unione Nazionale Consumatori che chiede la riduzione delle accise di almeno 20 centesimi. «In tal modo, conteggiando anche l’Iva si tornerebbe a un valore ragionevole, con la benzina sotto 1,6 euro al litro» dice Massimo Dona, presidente dell’Unc. L’associazione rileva che «dall’inizio dell’anno, in un mese e mezzo, un litro di benzina è rincarato di più di 11 centesimi, pari a 5,78 euro per un pieno di 50 litri, 139 euro su base annua, un litro di gasolio costa oltre 12 centesimi in più, 6,14 euro a rifornimento, equivalente a 147 euro annui».
Il caro metano ha invece spinto le associazioni di categoria a lanciare una petizione online. Dallo scorso ottobre l’aumento vertiginoso del costo del gas naturale sta colpendo senza sosta il settore del metano per autotrazione. Su questo aspetto si sono fatte avanti Federmetano e Assogasmetano. L’obiettivo della petizione è di spronare il Governo ad agire per tutelare il settore del gas naturale per autotrazione e chi ha scelto la mobilità a metano. La richiesta è di una riduzione dell’Iva dal 22% al 5% anche per il metano a uso autotrazione (già accordata agli altri usi di gas civile e industriale) e di un credito d’imposta alle aziende di trasporto che utilizzano veicoli a gas naturale (con 20 mila lavoratori che sono impiegati nella filiera del metano).