Il Messaggero, 15 febbraio 2022
Intervista a Zeudi Di Palma
Si chiama così perché suo padre era fan dell’attrice africana Zeudi Araya, eletta Miss Eritrea nel 69. Un nome – e un titolo – che devono averle portato fortuna: domenica sera, Zeudi Di Palma, 20 anni, occhi scuri e capelli castani, nata e cresciuta a Scampia, ha sbaragliato 19 concorrenti diventando Miss Italia 2021 nella finale trasmessa in diretta streaming sulla piattaforma web Helbiz. Eccola qui la più bella del Paese, dolce e gentile, emozionata e con un mare di progetti da realizzare.
Il primo?
«La laurea. Studio Sociologia alla Federico II di Napoli e vorrei proprio finire in tempo».
Ma ora sei una Miss.
«È chiaro che la mia tabella di marcia subirà qualche modifica, ma non perdo di vista l’obiettivo».
A Scampia intanto ti aspettano.
«È il mio quartiere: non vedo l’ora di tornarci».
Tua madre, Maria Rosaria, è consigliere dell’Ottava Municipalità. Vale a dire: impegno sul territorio.
«La mia famiglia è da anni che si spende per cercare di restituire decoro e dignità a un quartiere che non è solo Gomorra».
A proposito di Gomorra: è vero che non hai mai visto la serie?
«Verissimo. Mi è capitato di imbattermi in qualche scena di sfuggita, forse un trailer, ma volutamente non l’ho seguita».
Perché?
«Scampia non è quella. È una realtà degradata, sì, ma è anche piena di gente onesta, giovani talentuosi che vogliono emergere e hanno il diritto di farcela. Nella serie tutto questo non c’è».
Il riscatto, insomma.
«È chiaro che fino a quando Scampia sarà sinonimo di Gomorra e nulla più, la Miss Italia che arriva da lì rappresenterà sempre una sorpresa e invece non dovrebbe esserci niente di strano».
Torniamo all’impegno per il rione.
«Noi ci crediamo davvero. Mia madre ha fondato La lampada di Scampia, un’associazione che aiuta i ragazzi del quartiere a scoprire e a esprimere le proprie passioni. Oggi sono io il presidente e la ringrazio per avermi dato fiducia».
Il sindaco Manfredi – via Twitter – ti ha invitata a Palazzo San Giacomo per farti i complimenti.
«Ci andrò certamente. Sono felice di conoscerlo e fiera di portare la bandiera di Napoli ovunque andrò».
A proposito, dove andrai?
«Non lo so ancora. I programmi sono tanti e anche gli impegni già presi. Per adesso mi godo questa vittoria».
Come è nata l’idea di partecipare a Miss Italia?
«Ho sempre amato il mondo della moda. Ero una bambina e mi divertivo giocando a fare la modella. Ho sfilato per la prima volta a 12 anni, proprio a Scampia. Una kermesse intitolata Le Vele e la moda, ricordo che fu tutto molto divertente».
Poi però sei andata avanti.
«Sì, ho cominciato presto a lavorare. Per un periodo pure al teatro San Carlo, accoglievo e accompagnavo gli ospiti, e poi sfilavo per qualche concorso di bellezza».
Studio e lavoro, insomma.
«Lo facevo anche per non gravare troppo sulla mia famiglia: tre fratelli e genitori separati da quando avevo solo due anni. Siamo cresciuti senza padre, non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta grazie alla forza e ai sacrifici di mia madre».
Infatti le hai dedicato la vittoria.
«Se la merita. Le devo quello che sono. Ha sempre creduto in me, mi ha seguita e incoraggiata».
Torniamo al concorso. Non è mancato un po’ di pathos finale.
«Vero. Ero tra le tre finaliste ma per un errore tecnico sembrava fossi stata eliminata. Ma poi la sorpresa, e la gioia, sono state ancora più grandi».
Progetti per il futuro?
«Mi piacerebbe coltivare il mio talento artistico. Amo disegnare, so suonare il clarinetto, le percussioni e il pianoforte. Recitare non mi dispiacerebbe, anche quella è una straordinaria forma d’arte. E vorrei continuare a lavorare per gli altri».
Gli altri chi?
«I ragazzi del mio quartiere, quelli che vivono dove batte il mio cuore».