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 2022  febbraio 15 Martedì calendario

Putin come Kennedy

Gli Stati Uniti (e la Nato) stanno facendo con l’Ucraina quello che a suo tempo l’allora Unione Sovietica, cioè di fatto la Russia, stava facendo con Cuba nell’ottobre del 1962. Gli Stati Uniti infatti vogliono portare l’Ucraina nella Nato in modo da poter piazzare le proprie armi, missili con bombe atomiche comprese, a ridosso del confine con la Russia, così come a suo tempo Mosca voleva portare i propri missili, capaci di trasportare bombe atomiche, a Cuba. Cioè a 150 chilometri dalla Florida. Con New York e Washington a portata di tiro. E anche se Mosca non aveva pensato neppure per un momento di inserire Cuba nell’allora esistente Patto di Varsavia, l’equivalente sovietico della Nato, tanto bastò perché il presidente John Kennedy ordinasse il blocco navale totale di Cuba: per bloccare a tutti i costi (rischio di terza guerra mondiale compreso) i mercantili sovietici diretti a L’Avana per scaricarvi i missili spediti da Mosca. E la guerra venne evitata solo perché i russi il 27 di quell’ottobre invertendo la rotta e tornandosene a casa scelsero di evitarla.

L’uso dei due pesi e due misure da parte degli Usa, della Nato e quindi dell’Europa, è smaccatamente sfacciato. Vogliono imporre a Mosca il divieto di fare ciò che loro hanno invece già fatto a suo tempo. Che si tratti di pura prepotenza politico militare per mantenere l’egemonia planetaria minacciando sempre più da vicino la Russia è chiarissimo.
E a proposito di Cuba, non si capisce con che faccia la Casa Bianca ammonisca la Russia minacciando sfracelli se invade l’Ucraina gli stessi Stati Uniti che a suo tempo, nell’aprile del ’61, hanno fatto invadere Cuba da esuli cubani da loro finanziati, addestrati e armati per far tornare quell’isola sotto il tallone dei feroci dittatori militari. Il tentativo cubano di dotarsi di missili sovietici nel ’62 fu una conseguenza di quel tentativo di invasione onde scongiurarne altre.

La crisi ucraina ha avuto inizio con il referendum del 16 marzo 2014 con il quale gli abitanti della penisola di Crimea, poco meno di due milioni di abitanti su una superficie poco più grande della Lombardia, essendo russi, hanno deciso con un referendum di tornare a far parte della Russia. Staccandosi così dall’Ucraina alla quale la Crimea il 19 febbraio di 60 anni prima era stata regalata dall’Unione Sovietica presieduta da Nikita Krushev. Il parlamento crimeano l’11 marzo dello stesso 2014 ha deciso la secessione per fare della penisola uno Stato sovrano.
Per capire il perché dell’opposizione Usa all’autonomia filorussa della Crimea basta guardare la carta geografica: la Crimea con l’Ucraina forma uno stretto, lo Stretto di Kerch, attraverso il quale le navi commerciali e quelle militari russe, partendo dal Mar Nero, possono arrivare fino al Mediterraneo.

Di fatto, gli Usa vogliono mettere le mani su quello Stretto per impedire ai russi di essere presenti con facilità nel Mediterraneo senza dover fare un lunghissimo giro partendo dai loro porti nei mari freddi. Così come in Siria uno dei fini della «rivoluzione democratica», finanziata dalla stessa Arabia Saudita che a suo tempo ha finanziato i talebani in Afghanistan, è quello di sloggiare i russi dalla piccola base navale di Tartus, concessa loro in affitto da Damasco per 50 anni, rinnovabili.
Il presidente Biden con la crisi ucraina tenta una rimonta: cerca di far dimenticare il disastroso ritiro dall’Afghanistan.
E una rimonta la tenta anche la Nato, che proprio in Afghanistan ha dimostrato con la sua lunga presenza di non servire poi a molto. A proposito di invasioni, ricordiamo che ad essere invasa è stata la Russia. Invasa da NOI EUROPEI: prima dalla Francia di Napoleone e poi dalla Germania di Hitler in compagnia dell’Italia di Mussolini. Se la Russia s’è trovata ad avere il controllo politico militare di alcuni Stati europei ( fra i quali Polonia, Ungheria, mezza Germania) è stato per i patti di Yalta con i quali si è conclusa la seconda guerra mondiale scatenata dalla Germania con l’invasione della Russia. Invasione che ha provocato oltre 20 milioni di morti di russi e distruzioni immani. Anche in Ucraina.