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 2022  febbraio 15 Martedì calendario

Intervista a Andrea Delogu

Stasera su Rai 2 con “Tonica”, il 24 sarà in libreria con “Contrappasso” di Silvia Fumarola Ha scoperto cosa vuole fare nella vita? «Ho avuto il privilegio di fare tutte cose che mi piacciono, se hai una botta di fortuna così non scegli». Andrea Delogu, 40 anni a maggio, ha le idee chiare: è attrice, conduttrice, scrittrice. Il 24 febbraio uscirà il suo romanzo, Contrappasso (HarperCollins) in cui gli esseri umani – quando viene ucciso un animale – iniziano a morire. Seguono la stessa sorte. Debutta stasera su Rai 2 intorno alle 23.45 con Tonica-Il lato D della musica, late show musicale (primi ospiti Guè, Gaia, Matteo Romano, Angelina Mango, Stefano De Martino, Alberto Matano). Un titolo che la rappresenta. Perché può piacere o no, ma la ragazza è tonica. Com’è nata l’idea del romanzo “Contrappasso”? «Era iniziato il lockdown e per non impazzire mi sono messa a scrivere, non sapendo cosa ci stava succedendo, avevo bisogno di sfogare la paura. La mia famiglia lavora negli ospedali, anche il papà del mio ex marito (Francesco Montanari). Per sopravvivere e per distrarmi, ho iniziato il romanzo». Nel libro muoiono tutti: non sarebbe stata meglio una storia d’amore? «L’amore mi annoia mortalmente. La cosa bella è poterlo vivere e poterci essere dentro, a casa ho il poster di Dirty dancing. Mi piace l’amore pop, per il resto la mia attenzione vira più sull’horror, speriamo che sia un racconto distopico». Cosa l’ha ispirata? «Per la prima volta, durante il lockdown, danno la possibilità di aprire a poche bancarelle. C’era quella del pesce, compro le canocchie, le chiamiamo così in Romagna. Il pescivendolo mi fa: sono freschissime. Non ho fatto caso che fossero vive, preparo la padella con olio e aglio. Francesco apre il bustone, le butta. Si muovevano! Terribile. Mi ha scioccato». Cita spesso Francesco: siete rimasti amici dopo la separazione? «Sì, in sette anni siamo cresciuti insieme, è stata una fortuna incontrare un uomo come lui: se l’amore è vero si trasforma. Ma non può finire. Ci siamo lasciati poco alla volta, poi abbiamo deciso che era il momento. È un pezzo di cuore». Cosa farà in “Tonica”? «Invito artisti che si passano la palla, molti sono amici. È il primo programma che conduco da sola, lo aspettavo da tempo, sono anche autrice con il mio gruppo». Il 23 maggio compleanno tondo: 40 anni. Mini bilancio? «Non vedo l’ora. Perché una volta che arrivo ai 40 anni potrò dire che sono soddisfatta di quello che ho fatto… È più l’ansia di arrivarci». Si piace? «Sì mi sono sempre piaciuta. Sono cresciuta in un contesto libero, nessuno puntava il dito, non c’erano categorie o stereotipi da seguire. Non mi sono mi chiesta se fossi bella o no, i miei genitori lo sono. Mi sono piaciuta anche quando non ero nella massima forma, ho un guardaroba che cresce con me. Cerco di restare in linea per non comprare altri vestiti». Ha “un carattere forte”? «A volte mi dicono impossibile. Se penso di avere ragione non mollo e so chiedere scusa. Ma è complicato». Disinvolta, schietta. Per qualcuno troppo? «Devo molto ai social. Volevo iniziare a 17 anni, l’ho fatto a 35. È stata dura ci ho messo tanto ma sono rimasta me stessa. Finché non è arrivata una finestra sul mondo, erano tutti no: non rispecchiavo i canoni. Non ero posata, non ero giusta. Sui social avevo un seguito, la gente vedeva le cose che postavo. Marco Giusti e Arbore, mi hanno scoperto lì». Cosa ha imparato da Giusti con cui conduceva “Stracult”? «Marco è una delle persone più incredibili e buone al mondo. Lo so che sembra crudele quando fa le recensioni, ma non lo è; da lui ho imparato ad avere il coraggio delle mie parole. A volte pensi che non devi scontentare nessuno. Mi diceva: “Hai motivi per dire certe cose? Sii fedele a te stessa”». E da Arbore, con cui ha condotto “Guarda… Stupisci” e “Indietro tutta. 30 e l’ode”? «Mi ha chiamato per fare i tutorial sul Renzo Arbore channel. In Guarda… Stupisci, non c’era copione, solo appunti. Si scusò perché aveva parlato quando toccava a me. Non incontrerò mai nella vita e nel lavoro – dove hanno tutti un ego smisurato – uno come lui». Cosa pensano i suoi genitori? «Mamma mi chiama alla fine di ogni programma per farmi le pulci, è una iena. Ho bisogno di un filtro, di qualcuno che mi dica la verità, ma lei l’ha presa un po’ troppo sul serio. Papà mette la foto su Facebook». È stata nominata Cavaliere della Repubblica per l’aiuto offerto a chi soffre di dislessia. Che ha provato? «Non ci credevo, non immaginavo mai di poter essere considerata dal presidente Mattarella, che stimo immensamente. Guardo il quadretto mentre parliamo: bellissimo». Con la sua amica Ema Stokholma rappresentate il girl power. «È la famiglia che ti scegli. Ho la mia, che amo, lei è un’altra sorella. Soffrirei di più per un suo tradimento che per quello di un uomo. Francesco diceva sempre: “Sono sposato con te e un pezzo con Ema”, Dentro di me c’è la sindrome dell’impostore, lei mi rassicura: “Respira”. Capisce tutto». Va in analisi, perché “è un super potere straordinario potersi conoscere nel profondo”. Si conosce meglio? «Sì e mi voglio un po’ più bene. Non mi giudico. Vorrei che passasse il bonus per le cure, se non capiamo che dobbiamo aiutare le persone dopo la pandemia abbiamo un grosso problema».