Il Messaggero, 14 febbraio 2022
Cos’è Twich
I ragazzi? Stanno in diretta su Twitch. Ogni giorno 31 milioni di persone in tutto il mondo sono collegati sulla piattaforma di proprietà di Amazon, lanciata nel giugno 2011. Numeri enormi e in crescita, anche in Italia, di cui si parla curiosamente poco rispetto ad altre piattaforme, che hanno per protagonisti soprattutto gli adolescenti. Il vero punto forte di Twitch è il live e, proprio per questo motivo, guai a chiamarlo social: «Twitch rientra in un’altra categoria – precisa Damian Burns, senior vice president di Twitch per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa – siamo il servizio di live streaming più popolare al mondo, con contenuti che abbracciano gaming, talk show, musica, sport, arte, fitness e molto altro. Ogni giorno gli affiliati e i partner creano più contenuti di quelli disponibili nell’intero catalogo di Netflix».
LA COMMUNITY
Su Twitch si è sempre in diretta, un Truman Show permanente moltiplicato per milioni di persone che interagiscono sentendosi parte di una comunità globale a loro riservata. Una community che si è moltiplicata con la pandemia quando Twitch ha tenuto compagnia ai ragazzi durante il lockdown. «La community – spiega Burns – contribuisce a creare l’intrattenimento utilizzando i nostri strumenti unici che permettono l’interattività. Forniamo diversi strumenti di monetizzazione che includono abbonamenti a pagamento, bit e annunci pubblicitari, per consentire agli spettatori di supportare i creator», spiega Burns.
L’ANNIVERSARIO
La piattaforma color porpora, che ha 1800 dipendenti, ha festeggiato nel 2021 il suo decimo anniversario. Gran parte dei twitchers, circa il 37%, ha un’età compresa tra i 16 e i 24 anni, e il 39% è cord-cutters, non è cioè raggiungibile tramite la tv tradizionale, segno di un solco ormai incolmabile tra generazioni di spettatori. «Twitch è particolarmente popolare tra gli utenti della Gen Z e dei Millennial, un pubblico cresciuto con i videogiochi, i social media e i servizi di video on demand – dice Burns- è un pubblico che non trova particolare interesse a consumare i media in modo passivo».
Il sistema economico si regge su uno schema che consente ai produttori di contenuti di condividere le entrate. Secondo stime non ufficiali, Twitch conserva circa il 50% di ogni abbonamento al canale, l’altro 50% entra direttamente nelle tasche dello streamer. «Il nostro obiettivo – assicura Burns – è quello di sviluppare un’economia diversificata di creator e la monetizzazione è fondamentale per raggiungere questa nostra ambizione. Ogni mese, più di 850.000 creator ottengono entrate da abbonamenti, bit e pubblicità su Twitch».
GLI EVENTI
Dopo i giochi sono iniziate le dirette di eventi (molti sono stati gli show dedicati al festival di Sanremo, a cominciare da Twitch dire Sanremo della Gialappa’s): Fedez e Alessandro Cattelan hanno un loro canale ma lo hanno anche molti chef, sportivi, specialmente calciatori (particolarmente seguita è la tv di Bobo Vieri) e politici come il ministro delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone. Ivan Grieco, romano, 29 anni, 200mila iscritti sul suo canale, ogni giorno fa 8 ore di diretta con un talk show tutto politico: «Quando ho iniziato a parlare di politica su Twitch, poco più di un anno fa, nessuno lo faceva – spiega – ogni utente commenta, interviene, si sente partecipe del contenuto, c’è molta meno distanza rispetto alla televisione. Sostituiamo i tg che molti ragazzi non guardano più».
I RISCHI
I detrattori accusano Twitch di essere il social da urla, bestemmie e videogames. In effetti In Real Life si possono seguire gli streamer nella vita di tutti i giorni, quindi chiunque può compiere qualsiasi impresa, compreso uscire da ogni controllo con il rischio emulazione di persone in cerca di visibilità a tutti i costi. «Quando si verifica una violazione delle nostre linee guida, prendiamo provvedimenti in base alla gravità della violazione», precisa Burns. E in Gran Bretagna è da poco scoppiata una polemica riguardo al numero di ore che gli streamers, specialmente di videogiochi, passano ogni giorno in diretta sui loro canali, accusando conseguenti problemi di ansia. Sotto accusa, in particolare, i Subathon, sessioni di maratone on line in cui si resta in diretta per giorni o addirittura settimane. Decisamente troppo per ogni essere umano.