Il Messaggero, 14 febbraio 2022
Intervista a Martina Colombari
Più che un’amante del San Valentino, una festeggiatrice seriale. «Di San Valentino ne ho fatti 26 di seguito con Ale, sono un’esperta – dice Martina Colombari, 46 anni, dal primo marzo a teatro con la commedia Montagne Russe, insieme a Corrado Tedeschi -. Credo di non averne mai saltato uno. Mai stata da sola il 14 febbraio». Insieme da 26 anni al marito Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan, e madre di Achille, 17 anni, l’attrice è profondamente convinta dell’importanza dei piccoli gesti romantici per garantire la durata di una relazione.
Come mai ci tiene così tanto, a San Valentino?
«Io e Alessandro siamo all’antica, festeggiamo tutto: San Valentino, l’anniversario del primo bacio, quello di matrimonio, la festa della donna, tutto. Sarà anche per questo che funzioniamo ancora, mentre le altre coppie ci scoppiano intorno. Siamo persone semplici. Ci capiamo al volo. Celebriamo i nostri momenti. Rispettiamo i silenzi».
San Valentino aiuta la coppia?
«Aiuta a non dare per scontata la persona con cui costruisci il futuro. Fa parte di quelle piccole cose che nutrono la relazione: avere cura dell’altro, costruire il bene insieme, proteggere i momenti comuni».
Chi organizza la serata di solito?
«Ovviamente io, noi donne siamo più organizzate. Loro si riducono all’ultimo. Il tipico: cosa ti regalo per il compleanno?, detto il giorno prima del compleanno. Ha presente?».
Regalo: fiori o gioielli?
«I fiori vanno sempre bene. A San Valentino niente regaloni: quelli al massimo si fanno per il compleanno o l’anniversario. San Valentino è più festa che celebrazione. A meno che tu non sia un ragazzo».
Il suo San Valentino più epico?
«Una volta Alessandro mi portò a Parigi con un volo privato. Mi fece credere che eravamo stati invitati a una cena di gala a Venezia. A un certo punto, dal finestrino, non mi è apparsa la laguna, ma la Torre Eiffel. Quella sera abbiamo cenato nel ristorante lassù in cima. È stata una serata da film».
Un desiderio di San Valentino?
«Andare ad Haiti con lui. Faccio volontariato ad Haiti sostenendo la Fondazione Francesca Rava, anche se in questo periodo il paese è difficilmente raggiungibile. Non l’ho mai invitato a venire con me, né costretto: so che di fronte al dolore non tutti abbiamo la stessa reazione. Ma un giorno mi piacerebbe condividere con lui questa cosa, in cui metto tutta me stessa».
Soli il 14 febbraio: che consiglia?
«Celebrare comunque l’amore. Non è detto che si debba per forza avere una relazione, o essere madri, per sentirsi innamorate. Non sono il tipo di persona che crede che la donna si realizzi solo così. Ho tante amiche che hanno trovato l’amore anche nell’entusiasmo per il loro lavoro, per le loro passioni, per quello che fanno e che sono. San Valentino e l’amore sono per tutti».