il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2022
Una casa di moda, a Gaza
Nella minuscola Striscia di Gaza, dove la popolazione e il tasso di disoccupazione sono tra i più alti al mondo, l’idea di trovare un lavoro è quasi impossibile, soprattutto con il continuo deterioramento delle condizioni economiche e di vita. Pertanto, la necessità di cambiare professione è diventata per molti l’unica scelta per sopravvivere.
Due designer – Khalil Khudair e Aya Eid – hanno creduto nel loro talento nel fashion design e lo hanno usato per aiutare gli altri a seguire i loro sogni e sopportare le crudeli condizioni economiche nella Striscia. Due mesi fa hanno aperto la prima casa di moda di Gaza, che insegna metodi e basi dell’arte del fashion design come preludio al lancio di un marchio e di una linea di produzione. Un’iniziativa audace e rischiosa data la situazione instabile e la fragile economia nell’enclave costiera, nonché le barriere culturali, ma questo potrebbe rivelarsi un vantaggio.
La Khalil & Aya Fashion House lavora per formare designer professionisti e qualificati pronti a impegnarsi nel mercato del lavoro, anche fornendo loro, a pagamento, preziosi corsi di formazione in fashion design, cucito e produzione di moda internazionale. Anche se solo di recente costituzione, la maison ha ottenuto un notevole successo nell’attrarre studenti appassionati di entrambi i sessi; più di 40 fra uomini e donne finora sono stati formati e qualificati per avviare un’attività in proprio.
Avere un progetto del genere a Gaza lascerà un grande impatto non solo sui piccoli designer sostengono i due giovani imprenditori. Khudair, che ha studiato fashion design in Giordania nel 1996, ha già il suo marchio, Khalil Fashion, che ha lanciato per la prima volta nel 2000 e ha lavorato giorno e notte per farlo arrivare nei Paesi vicini come l’Egitto o i ricchi petro-emirati del Golfo Persico, con cui recentemente Israele ha aperto relazioni diplomatiche; una novità che potrebbe facilitare le esportazioni dalla Striscia di Gaza che dal 2007 è sottoposta a un blocco militare ed economico che parzialmente si sta allentando.