il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2022
Intervista a Ottavia Piccolo
“Tutti corrono verso la stessa direzione, applaudono gli stessi protagonisti, ascoltano le stesse canzoni, utilizzano il medesimo vocabolario. Faccio l’attrice e non la sociologa, ma questa Italia mi sembra come quegli omogeneizzati dove ogni sapore si perde”.
Ottavia Piccolo era a teatro nelle sere in cui l’Italia si addormentava tra le braccia di Amadeus.
Sì, ero in un tour teatrale in Toscana e sembrava che noi fossimo un fuor d’opera. Oddio, c’è Sanremo e noi a fare teatro! Ma si può? Poi mi sono accorta che la gente veniva a vederci tutte le sere, anche se siamo in tempo di pandemia e anche nelle serate clou. Insomma mi sono felicemente accorta c’è vita oltre a Sanremo. E c’è anche un’Italia che non guarda Sanremo. Mi sono rasserenata.
Prima di Sanremo abbiamo tutti eseguito la preghiera collettiva a Mattarella di salvarci dal precipizio di un Paese deragliato.
Il presidente è uomo nobile e integro. Ma possibile che oltre ad applaudirlo non siamo capaci di fare altro? Possibile che questa Italia sia così povera di personalità che diano speranza nel futuro, testimoni delle tante eccellenze? Io penso di no, penso che questa pigrizia collettiva ci porti a considerare eccentrici anche i nostri minimi doveri civili.
Forse è la pandemia che annulla le differenze, riduce i contrasti, i colori.
La pandemia ci ha fatto scoprire il senso di una comunione, ci ha fatto dire che l’unità era un valore supremo. L’effetto collaterale però è stata la crescente narcotizzazione civile e culturale. Per esempio abbiamo scoperto, non facendo un plissé, che era nata attorno a noi, anzi dentro di noi, una nuova classe sociale di perdenti e disperati: i riders.
La pandemia è come una guerra: grandi fortune per alcuni, il baratro per tanti altri.
Infatti ci sono molti più poveri di ieri.
Aumento del 102 per cento delle famiglie povere.
E le vediamo? Neanche ce ne accorgiamo! La pandemia ha nascosto alla vista l’altra Italia, ha reso invisibile una parte del Paese, ha piallato anche i cervelli. Ieri ascoltavo i ragazzi che sono andati in piazza e per questo manganellati dalla polizia. Hanno idee limpide, spiegano che a loro non si chiede nemmeno più di studiare ma di lavorare. Fate presto a fare soldi, prima di ogni altra cosa.
Esiste un’Italia nascosta sempre più grande.
Non vediamo più i migranti e nemmeno ci interessa. Il conflitto sociale sparito, quello politico inesistente, le idee latitano. Dicono che dobbiamo fare la rivoluzione verde. Ma può esistere una rivoluzione senza rivoluzionari? Senza gente che si interroga, pensa, decide, combatte?
Narcotizzazione.
Tutti in mucchio a sostenere il governo, in mucchio ad applaudire il presidente, in mucchio a cantare la canzone di Gianni Morandi. Con tutto il rispetto ma a quella età pensi ancora che sia necessario tornare per la 239esima volta su quel palco? Sanremo è una colla che lega i corpi e non libera le energie. Mi sbaglierò, ma sembra un tappo, altro che inno all’effervescenza.
Lei è un’eccellente rappresentante della infima minoranza che non apprezza.
Minoranza… Come quando andiamo a votare e scopriamo che gli astenuti sono poi il primo partito. Beh, forse è venuto il momento di accorgerci che gli italiani sono molti di più di quel che crediamo, e molto meglio di come li facciamo. Esistono le idee buone, gli uomini e le donne eccellenti pure. L’uguaglianza non si difende erigendo un Paese diseguale.
Lei è attrice non allineata.
Un tempo si chiamava spirito critico, ora non saprei.