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 2022  febbraio 14 Lunedì calendario

Biografia di Tamara Lich

«Time to leave», è tempo di andarsene. Con queste tre parole la polizia canadese ieri ha disperso gli ultimi irriducibili sull’Ambassador Bridge, il ponte che collega l’Ontario agli Stati Uniti. I camionisti no vax del Freedom Convoy, il «convoglio della libertà», bloccavano il valico di frontiera più trafficato del Nord America da sette giorni. Ancora paralizzato, invece, il centro di Ottawa, invaso nel fine settimana da diverse migliaia di manifestanti e per la prima volta pure di contro-manifestanti, nonostante lo stato di emergenza dichiarato in tutta la provincia.
La protesta contro l’obbligo di vaccinazione per i camionisti transfrontalieri, iniziata a fine gennaio, si è trasformata con il passare dei giorni in una ribellione fluida e in evoluzione contro le misure anti-Covid e il governo Trudeau. Dietro le quinte, però, si muovono personaggi che non sono mai saliti su un camion in vita loro, e sono piuttosto vicini ai movimenti suprematisti bianchi. Tra di loro, spicca una bella signora di 47 anni, occhi azzurri e capelli biondi, che si presenta in video indossando una felpa nera con la scritta «I love oil and gas», amo petrolio e gas. Ex istruttrice di fitness ed ex dipendente dell’industria petrolifera, Tamara Lich è leader del movimento Wexit, che punta all’indipendenza delle province occidentali del Canada, ed agguerrita portavoce del movimento no vax. «Siamo qui per amore delle nostre famiglie», ha detto durante la prima conferenza stampa.
Anche se negli ultimi giorni sembra sopraffatta, alla sua destra, dai manifestanti più oltranzisti, Tamara è ancora il «volto» del Freedom Convoy. Nonché la promotrice di una generosa raccolta fondi: prima su GoFundMe – oltre 10 milioni di dollari canadesi (7 milioni di euro), poi bloccati dalla piattaforma stessa – e quindi sul sito di crowfunding cristiano GiveSendGo, già collegato ai gruppi statunitensi che irruppero alla Casa Bianca l’anno scorso, dove ha accumulato 8 milioni di euro, congelati tre giorni fa da un giudice canadese.
Grande attivismo
È il volto del Freedom Convoy. E anche la promotrice di una super raccolta fondi
Madre e già nonna, Tamara Lich ha militato in due partiti «secessionisti» del West canadese, e non è nuova a questo genere di proteste. Nel 2019, ha partecipato alla «Yellow Vest», sulla scia dei gilet gialli francesi, e al convoglio «United We Roll». Anche in quella occasione raccolse un’ingente somma di denaro, di cui i suoi detrattori sostengono si siano in parte perse le tracce. Minuta, di origini métis, Lich suona la chitarra in una band della sua cittadina, Medicine Hat. A gennaio si è trasferita dal West alla capitale Ottawa per «incitare» i ribelli che paralizzano il cuore politico del Paese. L’ultima apparizione su YouTube è un appello alla calma: «Per favore, continuate a manifestare pacificamente, e restiamo uniti», ha detto sabato sera, seduta per terra in una modesta camera da letto. Icona di un’America profonda e arrabbiata, che riesce a mettere in crisi la democrazia, anche a nord degli Usa.