Specchio, 13 febbraio 2022
Sono figlia di due donne. Domande?
"Chiedimi se". L’idea di intitolare così il video che racconta la storia della mia famiglia mi è venuta quando avevo tredici anni – adesso ne ho diciannove. Non riesco a ricordarmi precisamente chi fosse e dove fosse, ma sicuramente si trattava di un personaggio pubblico che era andato in televisione a dire che per i figli di due donne o di due uomini sarebbe stato meglio non essere mai nati. Chiedilo a me, chiedimi se è davvero così, volevo dire allora – e lo dissi, ma a mia madre. Oggi lo posso dire meglio, e l’ho detto con le immagini, e con quel titolo: non voleva essere un delirio megalomane, ma di fronte a chi considera che nascere con due mamme sia peggio di essere nati sotto le bombe o addirittura di non essere nati per niente, credo che una risposta vada data. E poi ho pensato anche un’altra cosa: ma chi meglio di me può spiegare cosa vuol dire avere genitori omosessuali?
Quella contronatura
Credo di essere stata intervistata per la prima volta a otto anni, "la figlia di due donne". Prima di allora per me era normale avere due madri, ero una bambina, facevo una vita normale, sì avevo due mamme, ma a scuola c’era anche chi non aveva il papà, chi era stato adottato, tante situazioni diverse. E io tutto pensavo meno che di vivere in una condizione particolare. Adesso è un po’ diverso, ma quando sono nata io eravamo davvero pochi, forse tre o quattro famiglie in tutta Italia. All’inizio quando mi intervistavano era divertente, mi piaceva che tutti volessero sapere la mia. Le mie madri tra l’altro erano contrarie, non volevano che mi esponessi, sono stata proprio io a convincerle che invece era giusto: ma come, tutti parlavano di me e io non potevo dire la mia? Ero io la figlia, ero io che non dovevo esistere, ero io che ero contronatura. E allora era con me che dovevano parlare.
Una vita allo scoperto
Del resto mantenere l’anonimato sarebbe stato impossibile. Provo a spiegare: all’inizio noi, come famiglia, non avevamo nessun diritto, anche i single avevano più diritti di noi. Se mia madre veniva a prendermi a scuola doveva presentare una delega, come fosse stata una baby sitter o la madre di un’amica. Alle mie madri non è stato bene, hanno aperto un’associazione insieme ad alcune famiglie con la nostra stessa situazione, e per forza si sono trovate in prima linea. Inevitabilmente tutti ci siamo trovati esposti, la nostra storia è diventata pubblica su Facebook, e una serie di cose che sono successe non si potevano prevedere. Eravamo una famiglia come tante, e molte persone ci dimostravano affetto, mandavano messaggi carini, gli piaceva vedere le foto e qualche storia della nostra famiglia, due madri e quattro figli nati con la fecondazione e cresciuti tutti insieme. Poi però in tanti hanno cominciato a venirci contro, è stato un periodo duro: le mie madri hanno ricevuto minacce di morte, c’era chi diceva che venivamo maltrattati, cose così. Adesso quando sento Salvini che dice che siamo contronatura ci rido su, ma quando hai otto anni – e i miei fratelli ne avevano quattro e cinque – e ti senti dire che non dovresti esistere… dai, anche un attimo.
Mi divertivo a dire la mia
All’inizio quando mi intervistavano mi divertivo a dire la mia, poi col tempo mi sono resa conto che forse non è stato troppo sano per noi. Ma non abbiamo avuto alternative, eravamo tempestate. Che cosa avremmo dovuto fare, vivere nascosti? La cosa che mi chiedevano sempre era se gli altri bambini mi prendevano in giro. Una domanda stra-idiota, un bambino ti prende in giro se hai gli occhiali, non se hai due mamme. Alla materna quando i miei compagni hanno capito che avevo due mamme le volevano avere tutti, «beata te che hai due mamme, io solo una». In tutta la mia storia scolastica non ho avuto un solo momento difficile da questo punto di vista: molti mi invidiavano, altri erano super interessati. Gli unici che ce l’avevano con me non mi conoscevano, andavano in televisione, erano personaggi pubblici, parlavano di cose che chiaramente non conoscevano e secondo me non pensavano neanche al fatto che ci fossero dei bambini di mezzo, che li stavamo ascoltando.
Sì lo so, la figura paterna...
L’altra domanda che arriva sempre è quella sul padre. Un altro luogo comune. Noi ce ne strafottiamo di non avere un padre. Mia madre è come due padri, quando avevo 13 anni mi ha costruito un soppalco con le sue mani. Sì, lo so, la figura paterna… Sono solo parole. E quelli che non ce l’hanno il padre? Contronatura pure loro? Il caro Salvini e la cara Meloni dicono che «non esiste». E invece quelli che non hanno un padre o una madre esistono da sempre e possono vivere benissimo.
La faccia bella, sempre
C’è una cosa però che ho vissuto un po’ male. Come figli di due mamme abbiamo dovuto sempre essere perfetti, dovevamo sempre apparire felicissimi. Ora io sono felice, ma questa cosa che devi sempre mostrare la faccia bella perché al primo cedimento ecco, «è perché hai due madri» non è facile da portare ogni giorno sulle spalle. Conosco tanti ragazzi, tante famiglie, ci sono problemi ovunque, anche noi abbiamo problemi, tutti abbiamo dei problemi più o meno grandi. Ci sono i ragazzi depressi, quelli col disturbo alimentare, quelli che soffrono di ansia. Mica tutti hanno i genitori omosessuali. Anche per le mie madri, loro non lo dicono, ma è ovvio che sono strapiene di complessi perché appena succede una cosa si sentono venire addosso sempre le solite critiche: «siete incapaci, non dovevate fare i figli, siete contronatura, ci vuole il padre...». Se guardo la mia cerchia stretta di amici, molti i genitori neanche li vedono più, qualcuno li detesta, a me pare che sia andata più che bene. Penso di essere, tra quelli che conosco, una di quelle che ha il miglior rapporto con i genitori.
Senza diritti
Per qualsiasi altra domanda, comunque, chiedetelo a me. Non fate le vostre teorie, mi viene da dire, chiedetelo a me se mi maltrattano, anziché dipingere cazzi sulla faccia di un bambino con due papà, sul poster in strada. Io sono cresciuta senza diritti, sono stata registrata all’anagrafe a 16 anni – grazie sindaco Sala che ha trascritto me e umolti altri figli arcobaleno anche se non c’era nessuna legge che glielo consentiva, tanta stima - sono dovuta diventare un’adulta per sentirmi dire «Tua madre ti adotta». Ma cosa mi adotta se viviamo insieme da tutta la vita?