il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2022
l cameo di Buzzi nel film coi fondi del Lazio
I soldi (“pochi”, assicurano i produttori) li ha messi la Regione Lazio. O meglio, la sua “agenzia” Laziocrea. Il docu-corto racconta “una storia di riscatto”, ovvero “dal carcere alla rinascita”. Gli ultimi minuti del film, però, rischiano di diventare uno spot (seppure “totalmente gratuito”) al ristopub aperto a Roma da Salvatore Buzzi. Lui, il “re delle coop”, principale imputato dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo (attende il ricalcolo della pena, ma rischia una condanna a 12 anni e 10 mesi, di cui parte già scontati) appare nelle vesti di “oste” del suo Buzzi’s Burger, aperto da pochi mesi alla periferia sud-est di Roma, dove i panini prendono i nomi dei personaggi di Romanzo Criminale e dove “i magistrati pagano doppio”. La pellicola La buona libertà racconta la storia di Marco Costantini, ex detenuto che sconta il suo debito con la giustizia, poi entra nel Partito Radicale e diventa dirigente di Nessuno Tocchi Caino. “Alla fine del film – spiega al Fatto Ettore Terzo, proprietario della casa di produzione Strikemonth srl – c’è il colpo di scena, con il protagonista che guarda Roma dall’alto e poi incontra Buzzi, un altro che sta costruendo la sua seconda rinascita”. Dice ancora Terzo: “Abbiamo vinto un bando con Laziocrea, poche migliaia di euro. Buzzi fa solo un cameo, qui si vuole raccontare una storia di libertà e di speranza”. Per questo “la Regione Lazio co-produce il documentario, ma c’è da dire che qui non ci guadagna nessuno, già è tanto se non ci si perde”.
Le riprese sono state immortalate in una foto pubblicata sul blog Mondoliberonlinews.com e a seguire – si legge sul sito – c’è stata anche una serata karaoke fra canzoni di Lucio Battisti e “brani della tradizione socialista, compresa l’Internazionale”. Alla cena, si legge ancora nel resoconto – il cui link è stato spammato da Buzzi ai suoi contatti whatsapp – hanno partecipato il giornalista Aldo Torchiaro del Riformista (autore dei presunti “scoop” su Report) e l’ex deputato socialista Bobo Craxi, esibitosi chitarra e voce in un “concerto garantista e anticlericale”. “Abbiamo trovato la via alcolica al socialismo”, ha scherzato Buzzi sempre via sms. Dalla Regione Lazio spiegano che “si tratta di finanziamenti che non entrano nel merito dell’oggetto del progetto, dei luoghi delle riprese o di chi ci lavora. Sono valutazioni squisitamente tecniche. Fra l’altro, il pub di Buzzi ha le autorizzazioni per lavorare e la Regione non può impedire a una troupe di filmarlo”.