la Repubblica, 13 febbraio 2022
Ancora lettere sulla scuola
Caro Merlo, “una scuola che boccia è come un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. “Fare le parti uguali tra diseguali è come aggiungere ingiustizia a ingiustizia”.”Il mio problema è uguale al tuo. Risolverlo insieme è politica. Risolverlo da solo è l’egoismo”. Sono tre frasi di don Milani. Credo che siano di grande attualità. Roberto Innocenti Torelli La prima frase di don Milani è sbagliata. Ed è infatti contraddetta dalla seconda, che giudica un’ingiustizia dare un uguale premio a studenti che uguali non sono. Purtroppo, di quelle tre indicazioni di don Milani solo quella sbagliata è stata seguita e realizzata. E fa ancora molto danno. Scusi, Merlo, ma in quanto insegnante liceale di lunga esperienza mi preme una precisazione rispetto alla percentuale di promossi all’esame di maturità. Chi la trova troppo alta e ritiene che nelle scuole superiori non si bocci più, forse non sa che chi arriva all’esame ha già superato cinque scrutini, compreso quello di fine quinto anno che ammette o non ammette all’esame. Ma la percentuale che conta è un’altra, quella degli iscritti alla prima che arrivano al diploma cinque anni dopo; e si tratta di percentuali dolorose, altro che 99 e passa per cento. Qualche anno fa una mia classe (alunni ammessi all’esame: 16) per gioco stilò una lista di tutti i compagni che vi erano “transitati” dalla prima alla quinta: 40! E, l’anno scorso, in una mia classe gli iscritti erano 23: quest’anno sono rimasti 13. È fuorviante schernire la percentuale dei promossi all’esame, dimenticando altri dati e altri numeri. Raoul De Bonis – Rimini Ha ragione e in molte classi c’è “il muro dei caduti”. Ma il 99 per cento dei promossi alla maturità certifica l’inadeguatezza degli esami.