ItaliaOggi, 12 febbraio 2022
Latte di cammello, oro bianco del Kenya
Per gli africani è l’oro bianco del deserto. Un concentrato di vitamina C, grassi e proteine che fanno del latte di cammello l’alimento base delle tribù nomadi. Tradizione. Ma anche economia. In Kenya, da qualche mese, la bevanda ha iniziato a diffondersi nei bar e nei supermercati. E secondo i produttori può rappresentare un investimento redditizio sui mercati internazionali.
Al Cj’s restaurant, un caffè nel centro di Nairobi, il proprietario Omar Shariff ha notato un cambiamento: in passato la domanda di latte di cammello era stata in gran parte guidata dalla comunità somala locale, ma oggi viene richiesto da un numero maggiore di clienti. Tanto che il menu del locale comprende bevande come il camel-ccinos e il camelattes.
Il latte di cammello viene consumato in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente e in alcune parti dell’Asia e dell’Australia. In Africa la sua popolarità è rimasta circoscritta all’interno nei gruppi rurali. Ma l’interesse è iniziato a crescere. Come i prezzi. Ecco perché viene soprannominato oro bianco. «Sul mercato internazionale il latte di cammello è incredibilmente redditizio», ha spiegato David Hewett, un ranch manager del Mpala research center, nel Kenya settentrionale. «Mezzo litro di latte finito costa dai 10 ai 20 dollari (da 8,7 a 17,5 euro). Non male, se si considera che negli Usa il latte vaccino si vende a circa 50 centesimi per mezzo litro».
La bevanda nasce come prodotto di sussistenza. E per secoli ha rappresentato una delle principali forme di sostentamento dei nomadi. Il latte di cammello è privo di lattoglobulina, la principale proteina del siero di latte di mucca e pecora, uno degli elementi che causano l’allergia alle proteine. Il contenuto di vitamina C, vitamina B3, acido folico, vitamina B12 e B5 è superiore al latte vaccino e a quello materno.
Secondo l’Autorità nazionale per la gestione della siccità del Kenya, i kenioti che vivono in 23 contee stanno affrontando una riduzione delle scorte di cibo a causa della siccità. E avranno bisogno di aiuti alimentari entro i prossimi sei mesi. Qui interverranno i cammelli, che a differenza delle mandrie di mucche e pecore possono percorrere 100 miglia senza acqua.
Il continente africano ospita l’80% dei cammelli del mondo. In Kenya sono più di quattro milioni, numero quadruplicato dal 1999. Ogni anno il settore del latte di cammello contribuisce con 10 miliardi di scellini kenioti (circa 80 milioni di euro) all’economia del paese. Per uno dei maggiori produttori di latte di cammello dell’Africa orientale, White gold camel milk, le opportunità di crescita sono evidenti. L’azienda produce 500 litri di latte al giorno. L’a.d., Jama Warsame, ha dichiarato che la domanda locale ha portato l’azienda a diversificare con altri prodotti a valore aggiunto come il latte di cammello aromatizzato e lo yogurt.