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 2022  febbraio 11 Venerdì calendario

RIDATECI TUTTO, FINO ALL'ULTIMA CORNICE - L'ITALIA DA TEMPO È IMPEGNATA IN UN COMPLICATISSIMO LAVORO DI RECUPERO DI 11 MILA OPERE D'ARTE PORTATE VIA DAL NOSTRO PAESE DURANTE IL SACCO NAZISTA, MA GLI ALTRI STATI EUROPEI (GERMANIA E FRANCIA SU TUTTI) ACCAMPANO SCUSE PER NON RESTITUIRCI IL MALLOPPO - FINORA SONO STATI RIPORTATI A CASA 532 PEZZI PREGIATI, ORA NEL MIRINO CE NE SONO ALTRI 21 E SI INDAGA PER ILLECITA ESPORTAZIONE E RICETTAZIONE… -

C'è un tesoro italiano di inestimabile valore rubato dai nazisti a cui i carabinieri danno la caccia in tutto il mondo. Dipinti, sculture, arazzi e statue saccheggiati dalla Wehrmacht alla fine della seconda guerra mondiale e portati a Berlino, alla corte del Terzo Reich.

Capolavori svaniti nel nulla quando il regime di Hitler è stato sconfitto. Gli investigatori italiani hanno, però, in mano il catalogo di questi gioielli trafugati. Più di 11mila pezzi, e combattono con musei, case d'asta e privati per ottenere il rimpatrio. Un lavoro complicatissimo.

Perché nonostante gli inquirenti dimostrino, carte alla mano, la paternità delle opere le autorità giudiziarie di altri Paesi europei, su tutti Germania e Francia, negano in molti casi la restituzione rappresentando le scuse più assurde.

Intanto, però, nel corso degli anni gli specialisti a cui è stato affidato il difficilissimo compito di individuare e recuperare la refurtiva, i carabinieri tutela patrimonio culturale, hanno riportato a casa 532 capolavori.

Ma il loro è un lavoro infinito. Adesso, della lunga lista degli 11mila 547 pezzi, gli uomini e le donne coordinati dal generale Roberto Riccardi hanno individuato altri 21 quadri. Su questi diverse procure lavorano per ottenere la restituzione. Si indaga per illecita esportazione e ricettazione.

Reati funzionali a ottenere la confisca e la consegna, non per condannare i responsabili, impossibili da individuare e in molti casi già morti. Ma le risposte che ottiene la magistratura italiana, quando avanza le richieste ai colleghi europei, sono folli. Tutte con un unico obiettivo. Non restituire nulla.

LE RICHIESTE La procura di Roma ha dovuto rinunciare. Non c'è stato niente da fare di fronte al muro francese. Questa la storia: Il Tpc spulciando i siti delle case d'asta individua un pezzo pregiato rubato dalla prefettura di Roma nel 1943 dai nazisti.

È un capolavoro di Bendetto Luti, un pittore del Settecento. Gli inquirenti italiani mostrano la documentazione, le prove. I colleghi d'Oltralpe negano tutto e con un laconico "Luti ha dipinto tante teste di donna, come fate a dirci che è questa la vostra" e cestinano così la richiesta di restituzione.

Gli inquirenti italiani sono costretti ad alzare bandiera bianca, nonostante gli elementi portati a sostegno. Stessa sorte, sempre nella Capitale, per un altro quadro scoperto, come al solito, dai carabinieri e in vendita in una casa d'aste a Monaco, Germania.

Ma nonostante i no incassati, il lavoro dei carabinieri va avanti. E così l'Italia ha potuto riabbracciare capolavori come un quadro di Lavinia Fontana (1552 - 1614) Cleopatra, datato 1580, rubato dalle truppe naziste tra il dicembre 1943 ed il luglio 1944 dalla Pinacoteca di Civitavecchia.

Oppure un Busto di Cristo di Matteo Civitali (1436 - 1501) prelevato dai tedeschi dalla Chiesa di Santa Maria della Rosa a Lucca nella notte tra il 7 e l'8 febbraio 1944.

LE RESTITUZIONI E ancora un capolavoro di Jacopo Zucchi (1545 - 1596) Betsabea al bagno che i nazisti avevano preso dall'Ambasciata d'Italia a Berlino dopo l'8 settembre 1943. Il Tpc è riuscito a recuperare anche un disegno di Giovanni Antonio Dosio (1533 - 1609) Veduta della Basilica di San Pietro che i soldati del Terzo Reich avevano preso nel 1943 dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Ci sono poi le opere di Girolamo dai Libri (1474 - 1555) La Circoncisione di Gesù Bambino, la Madonna con Bambino di Cima da Conegliano (1459 - 1518) e la Trinità di Alessio Baldovinetti (1425 - 1499) trafugate dalla 16^ divisione corazzata Waffen-SS dalla Villa delle Pianore (Camaiore, Lucca) nella primavera del 1944.

Il saccheggio non aveva risparmiato nemmeno le caserme, dal circolo Ufficiali di Pordenone nel 1943 venne rubato Carica dei Bersaglieri di Michele Cammarano (1835-1920). Adesso inquirenti e investigatori hanno individuato altri 21 quadri. La caccia al tesoro è ancora aperta e lo sarà per anni.