la Repubblica, 11 febbraio 2022
Pnrr, Nord contro Sud
ROMA – I corposi aiuti del piano di rilancio europeo Pnrr al Sud Italia che preoccupano il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il governatore della Lombardia Attilio Fontana non tolgono certo il sonno a Mara Carfagna. La ministra per il Sud e la Coesione territoriale trova giustificato questo impegno meridionalista. Soprattutto, Carfagna pensa che anche l’economia settentrionale beneficerà della spinta al Mezzogiorno, grazie a un effetto domino. Spiega Carfagna: «Con il Pnrr il Sud non è più visto come zavorra della “locomotiva Nord”, ma come il secondo motore da accendere per far volare la crescita italiana. Immaginate cosa sarebbe il nostro Paese se la Calabria o la Sicilia producessero lo stesso Pil del Veneto e della Lombardia, con gli stessi tassi di occupazione femminile e giovanile. L’Italia non sarebbe solo una nazione più coesa, ma anche un attore economico imbattibile sulla scena europea e internazionale, con vantaggio di tutti, anche del Nord».
Sorpreso dall’agenzia LaPresse a criticare il Pnrr perché sbilanciato verso il Sud, il governatore Fontana rivela (a RaiNews24 ) quale è la sua più grande paura: «Sono preoccupato perché il Pnrr è stato previsto sulle spalle dei Comuni e non tutti i Comuni hanno l’organizzazione e le strutture tecniche per svolgere un compito simile. I soldi non vanno sprecati e restituiti all’Europa», come per tanti anni «è successo con i fondi europei».
E la stessa preoccupazione si legge tra le righe del messaggio che il sindaco Sala rivolge a Carfagna: «Il Pnrr ha tra gli scopi fondamentali l’aiuto alle realtà territoriali più in difficoltà. E proprio per questo motivo l’Italia ha avuto proporzionalmente così tanti fondi. Per cui destinare al nostro Sud il 40% delle risorse italiane è giusto». Eppure, prosegue il sindaco, «quello che si può discutere è che sul restante 60% i bandi a volte funzionano con parametri che tendono ancora a favorire le aree più arretrate. Per cui è certo che alla fine al Sud andranno più del 40% delle risorse». Ancora Sala: «Il mio non è egoistico campanilismo. È ora di dire che il Pnrr non sarà la soluzione di tutti i nostri mali, che più della metà di quelle risorse dovranno essere restituite, che la solidità dei progetti presentati è quindi fondamentale. E che la difesa delle ragioni del Nord non la si fa indossando felpe ma essendo bravi nel progettare e nel fare cose. C’è un consolidato del Paese, che è un’attitudine alla spesa pubblica in una maniera che storicamente non ha favorito lo sviluppo di tutte le zone: esattamente questo è il rischio da evitare».
Il botta e risposta tra sindaco e ministra genera reazioni. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, rassicura i colleghi del Nord: la sua città spiega – ha troppo bisogno del denaro europeo per sprecarlo: «Abbiamo fatto uno sforzo importante nella programmazione perché quella del Pnrr è un’occasione irripetibile. La frase se non riparte il Sud non riparte l’Italia l’abbiamo sentita innumerevoli volte, ma poi qualcuno se ne dimentica quando c’è da dividere i soldi». Più caustico il sindaco di Benevento, Clemente Mastella: «La conversazione di Sala con il governatore Fontana lo ha portato ad essere più leghista dello stesso Fontana». Critiche anche dal Pd, con Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue che suggerisce un’azione «di monitoraggio costante sui progetti», ma spiega che «il Pnrr non è una competizione tra territori, come Sala lascia intendere. È una missione nazionale».
E dalla parte di Carfagna si schiera anche Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza delle Regioni: «Occorre spendere bene i soldi, ascoltare i territori, ma non vedo uno squilibrio. Investire nel Mezzogiorno aiuta lo sviluppo dell’intero Paese».