Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  febbraio 11 Venerdì calendario

Cara Mastrocola, non abbiamo paura. Lettera di uno studente

Cara dottoressa Mastrocola, ho letto con interesse e curiosità le sue riflessioni sulle proteste rispetto all’esame di Stato e al Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro, senza poter far altro che sottolineare una tale mistificazione e sistematica esclusione di informazioni, all’interno di una retorica alquanto stucchevole.
Infatti, dottoressa, ha omesso di raccontare le innumerevoli manifestazioni che si sono svolte a partire dal 2020, e poi durante il 2021 e ora nel 2022, peraltro nel rispetto della normativa vigente, che ne ha impedito la possibile precedente organizzazione per buona parte dell’anno, in relazione alla situazione pandemica.
Le studentesse e gli studenti rappresentati dall’Ufficio di Coordinamento nazionale (Ucn) non solo si sono dimostrati all’altezza della sfida imposta loro dalla vita, ma anche responsabili nel manifestare il proprio dissenso e la stanchezza per una situazione estenuante e di cui già, tutti noi, eravamo dapprima e siamo tutt’ora alquanto preoccupati.
Il sistema scolastico non ha retto abbastanza, non per, come sostiene, possibile inefficienza della scuola come amministrazione né del lavoro e diligenza del corpo docente o tantomeno dello sforzo dei ragazzi, i più colpiti nella propria socialità e salute psichica; come riportato sul sito del ministero dell’Istruzione infatti: «Mentre nei bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni è prevalsa una sensazione di mancanza d’aria e una significativa alterazione del ritmo del sonno (con tendenza ad andare a letto molto più tardi e non riuscire a svegliarsi al mattino), oltre che un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore».
Volente o nolente, il Paese era ed è perfettamente conscio dei disagi che le studentesse e gli studenti stavano e stanno passando. Quest’anno le cose sono andate diversamente, con una Dad o Ddi decisamente inferiore come incidenza sulle ore di lezione totali. Infatti, come Ucn, abbiamo proposto al ministro Bianchi una formula d’esame che riportasse a una parziale normalità, introducendo conseguentemente di nuovo la prima prova, ovvero il tema di italiano. Pertanto, nemmeno la nostra presunta “paura” della Maturità è fondata. Mentre è fondata la nostra richiesta di calibrare l’esame di Stato ad una generazione di studenti che per la prima volta dal Secondo Dopoguerra ha dovuto prepararsi agli esami di Stato con due anni di didattica a distanza determinata dalle misure di contenimento della pandemia, ufficialmente, ancora in corso.
Si tratta semplicemente di ammettere con noi stessi che il sistema scolastico non poteva reggere tanto, poiché generalmente colto alla sprovvista, tra predisposizione delle nuove modalità per le lezioni, problemi di disposizione del materiale per la didattica pregressi e una generale necessità di tempo per adattarsi alla nuova situazione.
Tuttavia, in una situazione così, per colpa di una politica di tagli all’istituzione scolastica nel suo insieme, non può essere di certo il corpo studentesco a soffrirne, sostenendo un esame di Stato diverso dai loro immediati predecessori, a parità di problematiche per l’intero periodo del triennio. Lei rappresenta una fetta di società adulta che ha la responsabilità di descrivere la realtà nelle sue vere dinamiche e fatti, la prego di osservare con maggior profondità le realtà che legittimamente indaga e racconta. Grazie. —
* Studente del terzo anno del liceo Azuni di Sassari e portavoce nazionale delle Consulte provinciali studentesche