Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  febbraio 11 Venerdì calendario

"NON POTEVAMO ACCETTARE CHE I RUSSI METTESSERO MANO SUL DNA DEL PRESIDENTE" - LO STAFF DELL'ELISEO HA FATTO SAPERE CHE L'INCONTRO TRA MACRON E PUTIN SI E' SVOLTO INTORNO ALL'IMMENSO TAVOLO BIANCO PERCHE' IL PRESIDENTE FRANCESE NON HA ACCETTATO DI EFFETTUARE UN TEST MOLECOLARE FATTO DALLE AUTORITA' RUSSE - "SAPEVAMO CHE AVREBBE COMPORTATO. NIENTE STRETTE DI MANO E QUEL LUNGO TAVOLO. CI HANNO DETTO CHE PUTIN DEVE RIMANERE IN UNA RIGIDA BOLLA..." -

È stato uno dei dettagli più commentati della visita di Emmanuel Macron a Mosca. L'incontro con Vladimir Putin, avvenuto lunedì scorso e durato oltre cinque ore, si è svolto intorno a un immenso tavolo bianco, con ben quattro metri di separazione tra i due leader.

L'immagine ufficiale del faccia a faccia (ma molto a distanza) ripresa dai fotografi prima che i due leader si chiudessero da soli nella "Sala delle Rappresentazioni", in una lunga conversazione che ha avuto come un'unica testimone l'interprete, è stata anche interpretata come un modo del presidente russo per ribadire la sua superiorità rispetto al presidente francese. Ma ora si scopre che quella sistemazione è stata decisa dopo che Macron ha rifiutato di sottoporsi a un tampone molecolare che doveva essere effettuato dai russi dopo il suo arrivo in Russia.

Secondo l'agenzia Reuters, che cita fonti dell'entourge di Macron, al presidente francese erano state date due opzioni: accettare il molecolare fatto dalle autorità russe oppure rispettare un severo distanziamento sociale. Atterrando da Parigi, aveva già ovviamente fatto un test molecolare e un altro antigenico prima di entrare all'incontro con Putin. Controlli effettuati dal suo staff sanitario. Per il Cremlino non era sufficiente: pretendeva un altro test fatto dai medici di Putin sul posto.

Richiesta che lo staff dell'Eliseo ha rifiutato. «Sapevamo bene che avrebbe comportato niente strette di mano e quel lungo tavolo, ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul Dna del Presidente» ha riferito una delle fonti, riferendosi a problemi di sicurezza. «I russi ci hanno detto che Putin deve rimanere in una rigida bolla sanitaria», ha aggiunto l'altra fonte.

L'Eliseo conferma il rifiuto di Macron a sottoporsi a un test da parte delle autorità russe. «Il Presidente ha dei medici che definiscono con lui le regole accettabili o inaccettabili in termini di protocollo sanitario che lo riguardano» ha spiegato una portavoce che cita interrogativi su chi al Cremlino avrebbe fatto il test e in quale modo, ma anche la tempistica proposta.

«In breve, le condizioni che avrebbero permesso una minore distanza non erano accettabili per noi e abbiamo scelto l'altra opzione proposta dal protocollo russo» conclude l'Eliseo. Il tavolo da quattro metri era stato usato di recente anche nel bilaterale di Putin con il premier ungherese, Viktor Orban. Ieri il capo del Cremlino ha visto il collega kazako, Kassym-Jomart Tokayev. Con lui, invece, ci sono state strette di mano e un colloquio in cui a separarli c'era solo un piccolo coffee table.