ItaliaOggi, 10 febbraio 2022
I giovani tedeschi sono pigri
Giovani tedeschi, antiquati o saggi? Secondo un sondaggio condotto per conto del settimanale Spiegel, nella fascia tra i 16 e 29 anni, sul tema lavoro, consumo, soldi, per la maggioranza è più importante la famiglia della carriera, e invece di consumare preferiscono risparmiare. Sono ben diversi dai fratelli maggiori e dai genitori, da quanti sono nati prima della riunificazione, nel 1990.
La dirigente, 42 anni, di una media industria, ha raccontato alla rivista di Amburgo la sua esperienza: «Ho chiesto ai collaboratori di rimanere in ufficio per discutere insieme di alcune strategie da adottare nel prossimo futuro. Un giovane mi ha risposto: Feierabend, dopo l’orario di lavoro, torno a casa. Ha appena 15 anni meno di me, ma ci dividono mondi. Da giovane avrei accettato con entusiasmo l’invito a collaborare con la direzione della mia ditta».
Feierabend, serata libera, è una parola magica in Germania: finito il lavoro non c’è modo di ottenere qualcosa, da un ufficio pubblico o privato, o in un negozio. I dirigenti si lamentano che nella pausa pranzo gli uffici sono deserti, nessuno si ferma un minuto in più alla scrivania. Prima della pandemia, avevo comprato un armadietto smontato e, essendo un incapace, ho pagato l’extra perché fosse montato a domicilio da un dipendente della ditta. Il giovane ha sbrigato il lavoretto in un quarto d’ora, e intanto si lamentava, aveva un figlio piccolo, e cercava degli extra. «Bene, abbiamo tanti lavoretti in casa, perché non torna nel fine settimana, quando vuole?». Sabato e domenica non lavoro, ci ha risposto.
La pensa come lui oltre la metà dei giovani interrogati dallo Spiegel: il 57%, il 58% tra le donne, ritiene più importante la vita privata. Solo il 13% è disposto a sacrificare il tempo libero per uno straordinario. Un atteggiamento che vede quasi alla pari i giovani dell’Ovest e quelli della ex Ddr. È un problema per le imprese, che non riescono a trovare lavoratori, sono liberi decine di migliaia di posti per apprendisti. Per il 62% è importante lo stipendio, come è giusto, e il 49% non è disposto a impegni extra per guadagnare di più.
Non basta: il 39% preferisce il risparmio al consumo, che tenta appena il 21%. Per gli altri sono alla pari. Ii giovani non si fanno più sedurre da consumi voluttuari, o da spese non necessarie. Appena il 14% desidera un’auto nuova. Perché fare sacrifici per le rate, se la vecchia funziona? L’auto non è più uno status symbol.
E andrà peggio in un prossimo futuro: i giovani nati dopo il 1995 sono 12,3 milioni. Quelli nati prima del ’69 sono oltre 18 milioni, e tra poco andranno in pensione. Come sostituirli? «Siamo di fronte a una nuova generazione biedermeier, si allarma lo psicologo di Colonia, Stephan Grünwald, cioè la generazione tra il 1815 e il 1848, che dopo l’éra napoleonica non aveva grandi ideali, ed era felice di condurre una vita modesta, diciamo piccolo borghese.
Una tendenza confermata dai motivi per cui si sceglie un lavoro, o una professione. Nell’indicare tre motivi su otto, al primo posto viene il desiderio di poter condurre una vita tranquilla, e di avere un giusto equilibro tra vita privata e lavoro. Solo il 30% ha indicato la carriera. Sono più importanti le vacanze e la sicurezza, un lavoro che garantisca il futuro. E il Feierabend, un’impresa che non pretenda straordinari, alle 17 si chiude e si va a casa.
Appena il 16% sceglie uno studio che offra possibilità di guadagno e carriera. Per il 52% la scelta è motivata dalla possibilità di coltivare i propri interessi, anche se non legati alla professione o al mestiere. Anche se la pensione è lontana, almeno una trentina d’anni, i giovani nati verso la fine del XX secolo risparmiano e investono con saggezza pensando a quando lasceranno il lavoro. Sanno che la pensione, secondo i calcoli di oggi, non sarà sufficiente. I genitori affidavano i Deutsche Mark allo Sparbuch, il libretto di risparmio, ma adesso gli interessi sono quasi pari a zero. I figli scoprono i fondi di investimento, ma non si lasciano tentare da rendite elevate che probabilmente sono rischiose.