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 2022  febbraio 10 Giovedì calendario

Biografia di Colomba Antonietti (patriota)

Il 13 giugno 1849 la Repubblica Romana – nata il 9 febbraio dello stesso anno, e che tante speranze aveva suscitato con i suoi triumviri Mazzini, Saffi e Armellini – vive i suoi ultimi, gloriosi momenti. Il 12 i francesi – che hanno rotto il trattato e vogliono rimettere il papa sul trono – hanno intimato la resa, rifiutata. Nel frattempo, Pio IX Mastai è fuggito a Gaeta. Si combatte a Trastevere, Ponte Milvio, al Gianicolo. Proprio lì si svolge la battaglia finale. Il generale Oudinot e i suoi uomini hanno conquistato presidi importanti, ma sono stati respinti a Villa del Vascello, difesa da Garibaldi. Diversi patrioti, fra cui Luciano Manara, moriranno in quei giorni. Goffredo Mameli, ferito, perirà il 6 luglio.
LA TRAGEDIA
Sugli spalti del Gianicolo c’è una coppia di soldati che pare inseparabile. Uno, che indossa una vecchia divisa, è più minuto, quasi femmineo nelle movenze e nel fisico. I cannoneggiamenti dei francesi si fanno sempre più forti, hanno aperto una breccia, per cui loro tentano di rafforzare le difese, ricoprendo gli spalti con sacchi di sabbia. A un certo punto, una palla batte contro le mura, torna indietro e colpisce il soldato più esile a un fianco. Questi cade, ha l’arteria femorale recisa. L’altro gli si precipita a fianco, disperato. «Viva l’Italia!», ha il tempo di mormorare il ferito prima di spirare. Giuseppe Garibaldi racconta l’episodio nelle sue Memorie (in francese): «Si stava per portarlo all’ambulanza, quando un ufficiale si precipitò sul cadavere e lo coprì di baci. Quell’ufficiale era Porzi». E il corpo è quello della moglie, la giovane Colomba Antonietti, morta per difendere la Repubblica. Il Monitore scrive: «Francesi! Se gli italiani non si battono, bastino le nostre donne a insegnare il rispetto dovuto al nome e al valore romano. Fate fuoco, barbari, ma inchinatevi!». Colomba nasce a Bastia Umbra il 19 ottobre 1826 da una famiglia semplice. Dopo qualche tempo, gli Antonietti si spostano a Foligno perché il padre, fornaio, ha ottenuto l’autorizzazione a fare il pane. La bambina riceve un’educazione molto conservatrice e religiosa. Lei, però, «voleva vedere unita la sua bella Italia, i sentimenti di italianità già li aveva, ma non le venivano dalla famiglia», scriverà in seguito il marito. Crescendo, diventa una ragazza alta, vivace, bruna con i capelli ricci, un vero maschiaccio.

IL CORTEGGIAMENTO
Quando ha quindici anni, conosce il cadetto delle truppe pontificie conte Luigi Porzi, che ne ha venticinque. Nasce l’amore, osteggiato dalle famiglie. Lui è nobile, ricco, i genitori non vogliono che sposi una fanciulla di condizione modesta. Il padre di lei teme che Porzi voglia solo divertirsi. Decide di far spiare Colomba: la persona che le mette alle calcagna riferisce che parla alla finestra con l’innamorato. Furioso, il fornaio le dà uno schiaffo; Porzi viene a saperlo e insegue il delatore sui tetti di Foligno. In seguito a questo episodio, viene spedito a Senigallia, ma non è sufficiente a spegnere l’amore.

LE SPERANZE
I due si sposano il 13 dicembre 1846, all’una di notte, nella chiesa della Misericordia di Foligno. Vanno a Bologna, in cui vive la madre di Luigi, poi a Roma, dove stanzia il battaglione di lui, che è divenuto tenente. Porzi, però, viene arrestato e portato per un periodo a Castel Sant’Angelo, perché non ha domandato il permesso di sposarsi ai superiori. Colomba ha l’autorizzazione di andarlo a trovare; pare che la coppia passeggi sugli spalti dell’antico mausoleo di Adriano. La ragazza abita a Trastevere. Incontra il patriota e capopopolo Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, le cui idee la colpiscono. Anche il cugino Luigi Masi, di sentimenti liberali, ha su di lei molta presa. In quella fase, la città è piena di fervore e speranze. L’ascesa al soglio di Pio IX, che si è presentato con idee aperte e liberali, suscita aspettative. In seguito, però, egli rinnega quei sentimenti, appoggiandosi ai Borboni e ai francesi. Luigi, che per un periodo è stato trasferito ad Ancona, decide di affiancarsi alle forze liberali; con la moglie torna a Roma. Colomba si taglia i capelli e si veste da soldato, forse da bersagliere.

L’EROINA
Insieme combattono le truppe borboniche nella battaglia di Velletri del 18 maggio 1849 e in quella di Palestrina. Colomba viene notata da Anita, Garibaldi la elogia, il Monitore scrive: «Alla battaglia di Velletri si battette come un uomo, come un eroe, degno del suo marito e di suo cugino Luigi Masi». Si precipita quindi a Roma con il marito, sia combattendo sia assistendo i feriti. Molte sono le donne, di tutti i ceti sociali, che partecipano alla Repubblica Romana: ci sono anche Cristina di Belgioso, la giornalista Margaret Fuller e altre. La morte drammatica della giovane Colomba ha ventitré anni ne fa un’eroina. Luigi Porzi, che non viene compreso nell’amnistia papale, fuggirà in sud America, dove vivrà cinquant’anni senza mai risposarsi. Nella passeggiata al Gianicolo, c’è un busto dedicato a Colomba Antonietti. È l’unica donna fra i patrioti. Non lontano, si slancia il monumento di Anita Garibaldi a cavallo, il bambino fra le braccia.