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 2022  febbraio 10 Giovedì calendario

I misteri della matematica

È matematico: affrontare questo libro vuol dire mettersi in campo in una affascinante sfida che diventa ancor più divertente se abbinata al gioco cui il volume è collegato. Mathematicus è un testo di 176 pagine infiorettato da 1.200 illustrazioni. Una mini-enciclopedia dove c’è sempre un po’ di più di quello che pensavamo di sapere. Da come facevano i calcoli i Babilonesi, gli Arabi, i Romani, i Maya, i Cinesi, gli Egizi a come usare i numeri binari e il regolo calcolatore o i bastoncini di Nepero. Più un viaggio nel tempo, nello spazio e nelle linee guidati da Archimede, Euclide, Fermat, Ipazia, Penrose, Eratostene (che, non dimentichiamo, 2.500 anni fa misurò la Terra grazie all’ombra di un bastoncino), Al-Khwarizmi (dal suo nome e dalle sue opere nasce il termine algoritmo), Fibonacci… Fino a far pratica con il calcolo mentale per diventare così abili da battere in velocità la calcolatrice dello smartphone.
«Pensare, come si tende a fare, che la matematica sia soltanto un accrocchio di numeri e formule – dice l’autore Cesare Baj – è come pensare che lastre di marmo e un filo a piombo siano l’architettura del Taj Mahal (il mausoleo di Agra in India, una delle sette meraviglie del mondo) o che i colori sulla tavolozza e un pennello siano la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer. La matematica è mille cose che vanno ben al di là di numeri e formule, è un universo del pensiero che si dirama nel tempo in nuovi, innumerevoli universi».
È la filosofia da cui nascono libro e gioco connesso; quest’ultimo una specie, giusto per capirci, di Trivial Pursuit ma mirato esclusivamente al pensiero matematico. Dadi (tetraedrico, 4 facce, o dodecaedrico, 12 facce), cartellini con domande (4 livelli di complessità), ovviamente una tavola da gioco di 35 caselle (da 0 a 34), le figure da conquistare di 7 grandi matematici e, per complicare la vita, un ennagono (o meglio due emiennagoni) che riporta i numeri primi «gemelli», cioè separati da un solo numero che ovviamente (?) è pari. Vabbè, non stressiamoci e andiamo avanti.
Protagonisti
Archimede, Fermat, Ipazia, Al-Khwarizmi dal cui nome nasce il termine «algoritmo»
Comunque, per divertirsi, volendo basta il libro. Ci sono aneddoti (non gossip ma curiosi retroscena sulla vita dei grandi matematici), voli pindarici che atterrano ai confini della filosofia della scienza, storielle apparentemente divertenti che nascondono dubbi atroci. Per esempio, le divagazioni attorno alle prove sulla congettura di Goldbach (qui ci risparmiamo ogni tentativo di sintesi) che servono a capire concetti fondamentali come: prima di dire «è vero», in matematica è necessario poter dire «è dimostrato». Ed ecco la «storiella», che magari fa ridere soltanto i matematici (serve a spiegare – come dice Baj a pagina 138 – «quanto nella matematica sia indispensabile essere rigorosi e non lasciare assolutamente nulla al caso o in uno stato di indefinitezza»): «Nello scompartimento di un treno che viaggia nelle Lowlands scozzesi si trovano un astronomo, un fisico e un matematico. L’astronomo, guardando dal finestrino, avvista una pecora che bruca con il muso rivolto nella stessa direzione del treno e dice: “Guardate, si vede che in Scozia le pecore sono nere”. Il fisico interviene e dice: “Vorrai dire che in Scozia almeno una pecora è nera”. A questo punto il matematico precisa: “Vorrai dire che in Scozia almeno una pecora è nera almeno su un lato”».
Ma chi ha messo in piedi tutto questo ambaradan? Cesare Baj, a settantuno (pardon 71 in numero, qui si parla di matematica) anni, continua a divulgare scienza. Fa anche altro: manager nell’editoria, pilota di idrovolanti, scrittore di quanto è bello il lago di Como, direttore di riviste scientifiche, progettista di regoli calcolatori e di meridiane, socio del Cicap (quello di Piero Angela) che ci difende dagli imbrogli delle pseudoscienze; ha lavorato con il Pristem (Progetto ricerche storiche e metodologiche) della Università Bocconi di Milano.
E, se proprio vogliamo esagerare, Mathematicus ci spiega anche come comporre un messaggio interstellare usando un linguaggio binario probabilmente comprensibile da intelligenze aliene, come inventare messaggi, molto difficilmente decifrabili, con i sistemi dei servizi segreti, come tracciare ellissi e parabole semplicemente piegando un foglio di carta. Ora pensate un numero che solo voi conoscete, moltiplicate, dividete, sommate, sottraete eccetera. Io con la «Matemagia» vi offro la soluzione. Ma di magico non c’è niente: è la matematica, bellezza (vedi a pagina 113).
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