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 2022  febbraio 09 Mercoledì calendario

Meno cinema a Roma

Roma La Roma di Cinecittà, sfondo di tanti capolavori del cinema, è sempre più povera di sale cinematografiche. Addio, negli anni recenti, allo storico Metropolitan accanto a piazza del Popolo, al cinema-salotto Embassy ai Parioli, all’Europa a Porta Pia, al Maestoso in via Appia. Chiuso giorni fa il raffinato Caravaggio in via Paisiello, amatissimo dai cinefili. La nostra cronaca di Roma, in un’inchiesta di Flavia Fiorentino, ha calcolato trenta sale cancellate negli ultimi anni da una crisi che nasce prima dell’emergenza Covid e dell’esplosione delle piattaforme che portano il cinema in casa.
L’emorragia stride con l’ottimo stato di salute dell’industria audiovisiva a Roma (molte troupe al lavoro, eccellenti livelli di occupazione) e con i 260 milioni di euro in arrivo per trasformare Cinecittà in un polo produttivo di rango europeo. Dice il ministro della Cultura, Dario Franceschini: «La situazione delle sale non va sottovalutata. Nonostante i tanti strumenti e i fondi messi in campo dal governo negli ultimi anni, e con maggiore forza durante la pandemia, molte realtà non riescono a ripartire o si trovano a chiudere. Questo va scongiurato in tutti i modi». Franceschini pensa ai più giovani: «Bisogna riavvicinare il pubblico lavorando soprattutto sulle nuove generazioni che stanno perdendo la consuetudine di vedere i film in sala. Cinema e teatri sono luoghi magici e sicuri e l’andamento dei contagi ci permette di ripartire con forza con le promozioni».
Situazione da non sot- tovalutare. L’anda- mento dei contagi ci permette di ripartire con forza con le promozioni
Cristina Comencini (regista, sceneggiatrice, scrittrice) pone un problema di fondo: «La crisi delle sale romane, e non solo romane, nasce ben prima della pandemia. È un settore abbandonato da anni dal punto di vista della capacità di progettare un’offerta adeguata alla contemporaneità. L’innovativa sala Quattro Fontane è sempre piena, come l’Anteo di Milano: si può dunque attirare pubblico perpetuando un modello di città sociale che comunica e si ritrova rifiutando quello individualistico chiuso nelle case. Il ripensamento delle sale impone il coinvolgimento di tutti gli interlocutori: in Francia, dove passo metà del mio tempo, le sale sono cambiate e a Parigi si rivedono le file davanti ai cinema».
Ripensare
le sale, coin- volgendo tutti gli in- terlocutori: in Francia sono cambiate e a Parigi si rivedono le file nei cinema
Vania Traxler, nome storico della produzione e della distribuzione di grandi film d’autore (fu lei a puntare nel 1976 sulla distribuzione italiana de Il matrimonio di Maria Braun di Rainer Werner Fassbinder introducendo il nostro pubblico alle opere di alta qualità) alza un grido di dolore: «La chiusura delle sale a Roma è una vera tragedia. Le associazioni di categoria, cioè l’Agis, l’Associazione generale italiana dello spettacolo, e l’Anica, l’Associazione delle industrie del settore, devono farsi sentire come i ristoranti o le discoteche. Bisogna difendere le sale sostenendo il loro ruolo: permettere che un film resti nei circuiti solo tre mesi per poi apparire sulle Piattaforme significa immaginare un’operazione produttiva e distributiva priva di qualsiasi conto economico».
La nomina- tion di Sorrentino agli Oscar
è un inco-raggiamento Il pubblico ritroverà la bellezza e il fascino del cinema
Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film, pensa alle necessità del pubblico: «Le sale che a Roma funzionano si sono rinnovate e lavorano sulla programmazione ritagliata su misura del proprio pubblico, sui gusti, persino sugli orari proponendo proiezioni al mattino, rassegne di film e incontri con gli autori, diventando così luogo di ritrovo del quartiere e dei più giovani. Un elemento su cui riflettere».
Ottimista Francesco Rutelli, presidente di Anica: «La nuova nomination di Paolo Sorrentino agli Oscar e quelle di Massimo Cantini Parrini per i costumi di Cyrano e per la migliore animated feature di Luca (Disney) con Enrico Casarosa sono un incoraggiamento al ritorno del grande pubblico nelle sale cinematografiche dopo questo drammatico periodo di crisi. Con la fine dell’emergenza da Covid e l’arrivo di nuovi film anche il pubblico ritroverà la loro bellezza e il loro fascino».