Corriere della Sera, 9 febbraio 2022
Chi è Steven Brian Hutchinson
Napoli Steven Brian Hutchinson. E subito si sognano le strade della California dove Starsky&Hutch scorrazzavano a bordo di una fiammante Gran Torino. Invece no. Steven Brian Hutchinson (padre americano) è il capotreno che ha fermato il vagone Cinque Stelle. È uno dei tre attivisti napoletani che hanno fatto ricorso contro le modifiche dello statuto, azzerando (temporaneamente?) le nomine e l’incoronazione del leader Giuseppe Conte. Eppure la vita di Hutchinson è una serie di incastri, coincidenze e sliding doors all’ombra del Movimento.
Un esempio? Ha un volto conosciuto agli appassionati di quell’«esperimento sociale» che è stato Matrimonio a prima vista Italia. Un cult. Due sconosciuti s’incontrano il giorno delle nozze e iniziano una vita di coppia. L’attivista ha partecipato alla seconda edizione con Sara. Per otto mesi sua moglie. «Ma non sono proprio uno da reality. Quella è stata un’esperienza diversa, unica, intensa, vera. Quando è finito il programma mi hanno offerto di partecipare al Grande fratello Vip. A parte che non sono un vip, ma non fa proprio per me».
Praticamente avrebbe potuto avere una carriera come Rocco Casalino. «Fa sorridere, non ci avevo mai pensato, ma non abbiamo molto in comune». Dice ironico.
La sua militanza politica inizia, invece, nel 2007 «tra Pomigliano e Napoli», nei meetup, i germogli grillini su cui è cresciuto il Movimento. Pomigliano, sua città d’origine, ha dato i natali a Luigi Di Maio, il potente ministro degli Esteri ora avversario diretto di Conte. Napoli è la città di un altro pezzo da novanta, Roberto Fico, attuale presidente della Camera che nella lotta intestina ai 5 Stelle s’è ritagliato la casella di Svizzera neutrale. «In realtà conosco più Luigi di Roberto». E cosa ne pensa? «La domanda è: quale versione dei due? Sono cambiati molto negli ultimi tempi, da quando siamo al governo è impossibile parlare con loro».
Ecco il noi, è un’altra caratteristica. Perché «il Movimento siamo noi», par di sentire migliaia di attivisti delusi nelle sue parole. «Con Grillo ci siamo visti a luglio dell’anno scorso, io gli ho consegnato una lettera sottoscritta da 400 attivisti in cui chiedevamo di andare avanti con la strada da lui indicata nel post “Una bozza e via” (post del garante del 30 giugno 2021). Invece le modifiche sono state fatte». E con Di Battista? Girano foto in cui ci siete voi dissidenti con lui: «Incontri pubblici, non ci conosciamo proprio. Non ho neanche il suo numero di telefono».
Tra una ventina di giorni il Movimento contiano torna in tribunale, Hutchinson che è ancora un iscritto la butta in politica: «L’unica possibilità di sopravvivere è decentralizzare il potere. Si torni a far decidere gli iscritti, si torni alla democrazia». Si torni al Movimento originario, questo è il succo: «Il più bel ricordo resta il Cozza day». Era il 2011, in ogni mollusco c’era il nome di un «parlamentare abusivo» chiuso nel Palazzo. «Attualissimo, direi».