la Repubblica, 9 febbraio 2022
Lo sciopero delle luci
BOLOGNA – «Serve un fondo per aiutare i Comuni a far fronte al caro bollette, o tanti piccoli municipi salteranno». Il sindaco di Bologna Matteo Lepore è stato il primo ad aderire allo sciopero delle luci lanciato dal piccolo comune di Cento, nell’hinterland bolognese.
Monumenti al buio per mezz’ora, domani sera alle 20. Il leader Anci Antonio Decaro ha rilanciato l’iniziativa ieri per tutta Italia. Ma non è solo questo: «Al governo chiediamo anche un piano di convivenza col Pnrr. O i fondi europei diventeranno un boomerang».
Sindaco Lepore, è stato il primo ad aderire allo sciopero delle luci.
Perché è importante partecipare?
«Intanto diciamo che non promuoviamo questa iniziativa contro il governo. Noi ci consideriamo i migliori alleati del governo, sia sulla pandemia, sia nella gestione dei fondi del Pnrr. Siamo però molto preoccupati per l’aumento delle bollette e per l’inflazione. Non a caso oggi il tema dello spegnimento delle luci è diventato nazionale ed è stato posto da Decaro. Il tema è importante perché l’Anci stima un ammanco di 550 milioni di euro sui bilanci dei Comuni».
Che significa per i Comuni?
«Per un Comune come Bologna vuol dire un buco da 15 milioni. Noi potremo affrontarlo, perché abbiamo un bilancio solido, anche se dovremo fare i conti con dei tagli, ma ricordiamoci che il buco legato al caro energia va a sommarsi ad altre risorse che non sono arrivate per la gestione dell’emergenza della pandemia. Molti Comuni medio-piccoli rischiano di saltare. È un tema serio, perché la ragione sociale dei Comuni sono i servizi. Nel momento in cui i servizi sono messi in discussione, pagano i cittadini».
Cosa chiedono i Comuni a Roma?
«Per le bollette occorre un fondo, già quantificato da Anci. Non chiediamo extra deficit, ma che vengano pensate delle misure sia economiche, sia di riduzione delle bollette, mettendo mano alle politiche energetiche e di approvvigionamento».
Lei vuole Bologna città a zero emissioni nel 2030. Il caro bollette è anche colpa della transizione ecologica?
«No, le scelte della transizione ecologica devono ancora essere messo in atto. Non inchiodiamo alla parete uno scalpo che ancora non abbiamo. Piuttosto è colpa delle tensioni internazionali e dall’inflazione nata dalla pandemia.
E il tema delle bollette è solo l’antipasto di quello che rischia di arrivare con la gestione del Pnrr».
In che senso?
«Temo venga sottovalutato un punto. Ora si chiede ai Comuni di ripartire, con gli oltre 190 miliardi di risorse del Pnrr, ma si sottovaluta l’effetto che abbiamo già visto col bonus 110 dei cantieri, quando in pochi mesi sono saliti i costi delle materie prime.
Dobbiamo immaginare con i cantieri del Pnrr “l’effetto 110”’ moltiplicato per 100. Si deve pensare alla transizione sociale delle città durante i cantieri del Pnrr, che avranno un costo per ora non contabilizzato. E che rischiano di gravare sulle nostre comunità.
L’allarme che io lancio non è solo sulle bollette, ma anche sulla spesa corrente e sui servizi alle città.
Dobbiamo costruire un programma di convivenza col Pnrr o i fondi Ue diventeranno un boomerang».