La Stampa, 9 febbraio 2022
La seconda prova scritta della maturità si farà
Nulla da fare. La seconda prova scritta della maturità si farà come aveva annunciato una settimana fa il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Potrebbero, invece, esserci alcune modifiche sui crediti.
È il risultato ottenuto dagli studenti al termine di oltre due ore di incontro delle Consulte studentesche con il ministro. «La seconda prova fa perno sul rapporto stretto con la vostra scuola, non abbiate paura di non farcela, l’esame non sarà punitivo», ha assicurato il titolare dell’Istruzione agli studenti per spiegare il suo rifiuto.
Non sono riuscite a fargli cambiare idea, quindi, né le manifestazioni di venerdì scorso, né il parere pronunciato due sere fa dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e nemmeno gli studenti che ieri pomeriggio hanno portato all’incontro una proposta che è il risultato di un mese di lavoro attraverso sondaggi e consultazioni in tutti gli istituti italiani. «Al posto della seconda prova scritta abbiamo chiesto di portare una tesina che comprendesse tutte le materie o in alternativa un elaborato sulle materie di indirizzo e poi un orale sulle restanti materie, a parte Pcto e Educazione fisica», spiega Angelica Morresi, 18 anni, che frequenta il quinto anno di un liceo scientifico di Macerata. Nell’incontro di ieri i rappresentanti degli studenti erano in 21, uno per ogni regione. Ognuno aveva la delega per illustrare una proposta su un argomento, a lei il compito di esporre quella sulla Maturità. Il ministro è sembrato poco incline a modifiche sulla seconda prova, più successo ha invece ottenuto la proposta di rivedere i criteri di valutazione attuali che assegnano al massimo 40 punti per i risultati ottenuti durante il triennio e 20 punti per ogni prova scritta. La proposta portata dagli studenti prevede 70 punti assegnati al percorso del triennio e 30 alle prove scritte. Su questo il ministro Bianchi ha mostrato una cauta apertura, alla fine il triennio potrebbe acquistare maggiore peso nella valutazione.
Anche se non hanno raggiunto il principale obiettivo gli studenti della Consulta appaiono comunque soddisfatti. «L’incontro è andato bene», conferma Marco Scognamillo, portavoce nazionale delle Consulte studentesche, studente del terzo anno del liceo classico Azuni a Sassari. «Siamo stati coinvolti nel processo decisionale. E questo è già un successo. Una riunione di questo tipo, durata due ore non c’era mai stata. Il ministero vuole inoltre inglobarci nelle task force del Pnrr per dare voce agli studenti sulle 6 macro riforme. Ci ha messo a disposizione documenti interni su cui lavorare ed invitato a integrare nelle nostre proposte il tema della dispersione scolastica», spiega. «Il ministro si è dimostrato propenso a inserire la Consulta nei tavoli di discussione concernenti i vari argomenti», racconta anche Giacomo Girardi, studente dell’Educantato agli Angeli di Verona.
L’incontro, infatti, è solo il primo di una serie di riunioni che Bianchi intende avere con gli studenti delle Consulte. Il confronto sarà «permanente», ha promesso, per affrontare «problemi che sono ben più antichi della pandemia». E lo strumento – ha precisato – è il Pnrr».
Il confronto di ieri non attenua invece l’opposizione da parte delle associazioni studentesche che hanno carattere più politico. Il parere negativo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, avverte Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi «ci fa capire ancora di più che ora serve costruire un’altra maturità». Confermate quindi le nuove proteste. E ribadisce: «Venerdì siamo sotto al ministero a manifestare con gli studenti e le studentesse di Roma, di tutto il Lazio e anche dal resto d’Italia. Ci aspettiamo una convocazione dal ministro». Quello che si chiede è che gli esami di Stato «siano coerenti con i percorsi didattici degli alunni fortemente segnati dalle difficoltà della pandemia», conferma in una nota Flc Cgil. —