La Stampa, 9 febbraio 2022
L’ennesimo ritorno di Grillo
È evidente che anche Grillo non sappia bene cosa fare, dopo la sentenza del Tribunale di Napoli che ha decapitato il Movimento. Ma se ha deciso di tornare in campo, impedendo a tutti – in primis Conte – di fare gesti sconsiderati, tipo sfidare la magistratura napoletana con una nuova votazione in tutto e per tutto simile a quella, annullata, grazie alla quale l’«avvocato del popolo» aveva preso la guida del Movimento, è perché vede troppe pulsioni distruttive tra gli esponenti della nuova generazione. Grillo insomma, proprio perché negli ultimi tempi si è allontanato dalla vita quotidiana della sua creatura, vede meglio degli altri il rischio di disfacimento dei grillini in una lotta di tutti contro tutti, come è ormai chiaro che sta avvenendo giorno dopo giorno. Grillo inoltre è l’unica autorità riconosciuta da tutte le anime del Movimento, una sorta di santone da cui tutti si aspettano il miracolo che probabilmente non avverrà.
Politicamente, se la “cura Grillo” dovesse prolungarsi – e non è detto, visto che Conte non ha alcuna intenzione di mollare – ci sono una serie di conseguenze prevedibili. Perché, ad esempio, il Garante è filo-Draghi molto più di quanto Conte non lo sia e non voglia esserlo. E perché vede il ruolo di M5S nella larga maggioranza di unità nazionale più nel rapporto diretto con il premier, che non come parte di un centrosinistra giallorosso al quale invece non crede più di tanto. In altre parole, se il Fondatore dovesse considerare inevitabile riprendere un ruolo più centrale nella vita del Movimento, e prepararsi perfino a condurre una campagna elettorale come quella che, cominciando con le amministrative di primavera e approdando alle politiche del 2023, può significare vita o morte per i 5 stelle, lo farebbe alla sua maniera. Tenendosi le mani libere, giocando in modo spettacolare sul tema ecologia, cercando di declinare una prospettiva e un orizzonte visionari come appunto il Movimento ha perso per strada, lasciandosi via via attorcigliare dalle sue lotte intestine.
Ecco perché il ritorno di Grillo, pone più di un problema, non solo ai vertici attuali di M5S, ma a tutti i suoi interlocutori. A cominciare dal Pd, o almeno da quella parte del Pd che sui 5 stelle aveva fatto un investimento serio.—