Corriere della Sera, 8 febbraio 2022
La crisi dei 5stelle. Domande e risposte
Il nodo è aver escluso dalla consultazione gli iscritti da meno di 6 mesi
1 Cosa stabilisce l’ordinanza del tribunale di Napoli?
I giudici hanno sospeso le due delibere con cui, lo scorso agosto, il Movimento 5 Stelle ha modificato il suo statuto ed eletto Giuseppe Conte come presidente con un voto online degli iscritti. La decisione è stata assunta in via cautelare, cioè provvisoria: ma a leggere il testo del pronunciamento, l’effetto è che Conte decade subito dalla carica di leader, in attesa che venga presa la decisione definitiva nel merito (una nuova udienza è prevista tra 20 giorni). Il punto cruciale affrontato dai giudici riguarda l’esclusione dal voto che portò all’elezione di Conte di coloro che erano iscritti al Movimento da meno di sei mesi. Per il tribunale tale modalità rappresenta un vulnus e va considerata «illegittima», poiché «ha determinato l’alterazione del quorum assembleare». La modifica al regolamento «risulta adottata sulla base di un’assemblea formata da soli 113.894 iscritti (quelli da più di sei mesi) in luogo dei 195.387 associati iscritti a quella data». Quindi oltre 80.000 attivisti sarebbero stati esclusi indebitamente dal voto.
2 Come nasce il ricorso?
Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola, tre attivisti del Movimento delle origini, dopo aver dissentito in qualità di componenti della «base» riguardo le modalità di avvio del nuovo corso del partito non si sono fermati. Assistiti dall’avvocato Lorenzo Borrè hanno depositato un dettagliato ricorso, che in prima istanza era stato respinto.
3 Che altri effetti immediati ha il pronunciamento dei giudici?
Oltre a Conte vengono azzerate anche le cariche dei suoi cinque vice: Mario Turco, Alessandra Todde, Paola Taverna, Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi, scelti da Conte dopo la sua elezione.
4 E adesso cosa può succedere?
Il problema, ora, è che non si può tornare allo status quo precedente. Vito Crimi non può più essere il capo politico reggente, perché nel frattempo il comitato di garanzia si è dimesso (c’è chi però sostiene la validità del vecchio ordinamento). I nuovi tre membri (di cui uno, Luigi Di Maio, dimissionario) sono però incompatibili con il ruolo secondo le norme che erano presenti nel vecchio statuto. Quindi il Movimento allo stato attuale si trova senza un leader e senza un comitato di garanzia. Restano in carica solo i tre membri del collegio dei probiviri.
5 Ora chi ha i poteri del M5S?
Beppe Grillo è sempre il garante e resta lui l’unica figura con i titoli per prendere decisioni. Ora si dovrà votare per l’organo collegiale a cinque – il comitato direttivo – che era stato approvato dagli iscritti lo scorso febbraio. E probabilmente il voto potrebbe tenersi sulla piattaforma Rousseau, proprio per non incorrere in altre contestazioni legali. Non solo l’occasione per il voto per l’organo collegiale è un altro ostacolo sulla strada di Conte: mentre a luglio le divisioni interne al partito erano ai minimi storici, ora l’ex premier potrebbe dover fronteggiare un comitato direttivo restio a cedergli il passo.
6 Qual è la strategia del Movimento per uscire dall’impasse?
Secondo le indicazioni di Francesco Astone, legale di fiducia scelto da Conte, ora si procederà a una nuova votazione «secondo le indicazioni del giudice e sarà questa l’occasione per proporre agli iscritti – anche con meno di sei mesi di anzianità – la ratifica delle delibere sospese in via provvisoria». Il primo marzo il Movimento chiederà al giudice di merito di pronunciarsi sulla base di un nuovo ricorso. Qualora il verdetto fosse negativo, gli attuali vertici sarebbero definitivamente azzerati.