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 2022  febbraio 08 Martedì calendario

Intervista a Jennifer Lopez

Marry me – Sposami è la commedia romantica con cui Jennifer Lopez porta sullo schermo la sua vita da popstar, tra lusso e malinconia, palcoscenico, canzoni (un album scritto apposta), balletti, vestiti firmati e voglia d’amare. C’è un tradimento che ricorda quello che nel 2004 causò la rottura con Ben Affleck a un passo dall’altare, oggi che JLo ha riscritto nella realtà il suo lieto fine e i due sono di nuovo una coppia.
Nel film, dal 10 in sala per scaldare i motori per San Valentino, è una popstar che scopre, nel mezzo del concerto-cerimonia nuziale con un collega più giovane (la star colombiana Maluma) un video inequivocabile. Scende dal palco verso il pubblico, punta dritto sullo spettatore casuale Owen Wilson, un professore trascinato alla serata dalla figlia, e lo sposa in diretta. Nel triangolo classico verniciato di glitter social, è difficile capire il confine tra verità e finzione.
Jennifer Lopez si affaccia da un salotto bianco, perfetta in ogni sfumatura dei suoi 52 anni.
Quanto c’è di lei nel personaggio?
«Molto. Non ho dovuto fare ricerche per capire com’è essere un’artista famosa e tutto il resto.
L’idea era mostrare com’è davvero l’intimità di una persona come me, ti può capitare di soffrire di crepacuore davanti al mondo e i media ti prendono in giro.
L’idea era di raccontare, senza pesantezza, come ci si sente in quei momenti.
Nel film Owen mi chiede se non sia meglio semplicemente rinunciare all’amore.
Penso che invece, anche se c’è una possibilità su un miliardo, vale la pena tentare. L’amore vale sempre la pena per me e so di aver dato verità alla vita emotiva del personaggio».
Le capita di sentirsi prigioniera della fama?
«Beh, la paura di sentirti intrappolato ce l’hai. Hai il pensiero di non poter avere una vita o un amore come tutti gli altri. Ma anche tu hai il diritto e la speranza di avere un vero amore e una vera casa, come succede nel film».
Con il tempo ha imparato a gestire i media, i social?
«Non hai mai la sicurezza totale. Una volta c’erano solo i tabloid o la stampa, ma tutto si è moltiplicato con i social. La paura, l’ansia sono sempre in agguato: qualunque tuo dolore può finire in pasto al mondo in diretta, condiviso, commentato, irriso. Ciò che succede alla protagonista all’inizio del film è qualcosa che non auguro a nessuno. Con gli anni ho imparato, ho trovato un equilibrio tra le cose che condivido e quello che voglio mantenere privato e riesco a proteggere le cose a cui tengo».
Quali sono stati i suoi idoli da bambina?
«Ovviamente si idolatrano i genitori. Ma mi piaceva molto anche l’idolo di mia madre, Barbra Streisand: cantava, ballava e faceva film. È stato un modello importante per me. Poi mi piaceva anche molto lo sport. Mamma e papà mi hanno sempre fatto vedere le Olimpiadi, ricordo interi pomeriggi insieme davanti al televisore. Mi sono rimaste impresse alcune ginnaste, ero impressionata da Nadia Comaneci, atlete straordinarie quanto disciplinate: mi colpiva la capacità di lavoro e l’eccellenza che riuscivano a raggiungere: erano esempi di valore, per me».
Lei è un modello per molte donne nel mondo. Sente la responsabilità?
«Sì, è una cosa molto importante per me. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così. Tutto ciò che volevo fare da piccola era essere un’intrattenitrice, una ballerina, una cantante, un’attrice. E attraverso questo, sono diventata il simbolo di qualcuno che ce l’ha fatta con il duro lavoro, con la capacità di combattere, di muoversi malgrado i tanti ostacoli, il difficile mondo dell’industria.
Questa empatia, questo essere un simbolo, per me è una benedizione.
Ed è una cosa che prendo molto sul serio. Cerco di vivere la mia vita in modo che la mia famiglia, i miei figli possano essere orgogliosi. E cerco sempre di trasmettere energia positiva attraverso ciò che faccio nel mondo mi sento davvero fortunata a poterlo fare. Quindi sì, la prendo molto sul serio».
Si sente realizzata?
«Mi sento in un punto della mia vita e carriera in cui sono consapevole e fiduciosa delle mie capacità. Da giovane ero insicura, oggi conosco me stessa. E anche i miei limiti, che sono molti».
Lei ha iniziato come attrice in commedie romantiche di successo, è un genere che ha un posto speciale nel suo cuore?
«Sì, e non capisco chi le liquida sbrigativamente. Da spettatrice io le amo, tra i miei preferiti di tutti i tempi c’è Harry ti presento Sally, ma amo anche un film come Doppia anima. Sono cresciuta con i film di Meg Ryan e Julia Roberts, per me questo è un ritorno a casa. Quest’anno ne ho anche fatto un altro, Shotgun wedding, che è un matrimonio piuttosto avventuroso».
Che ricordo ha del suo passaggio alla Mostra di Venezia con Ben Affleck per l’anteprima di “The Last Duel”?
«È stata una notte che non dimenticherò, molto speciale per me e per Ben. Il film di Ridley Scott era fantastico, ed è stata la prima volta in cui noi due siamo stati insieme sul tappeto rosso, dopo tanti anni. È stata una notte molto emozionante per entrambi».
Il suo San Valentino ideale?
«Stare da sola con il mio compagno in un posto senza persone che ci guardano o paparazzi. Uno spazio privato per parlare di amore, di vita e godere il momento: l’essere insieme, ancora innamorati».