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 2022  febbraio 08 Martedì calendario

Il paradosso giuridico dei grillini

Non è solo paradossale, rasenta l’assurdità, il fatto che il primo partito in Parlamento, reduce da una prova decisiva come l’elezione del presidente della Repubblica, possa essere colpito, azzerato, da una sentenza di tribunale. Che per quanto metta in discussione la preparazione giuridica del capo politico, nonché «avvocato del popolo», Conte, autore del nuovo statuto del Movimento rivelatosi non proprio inattaccabile, non può intervenire sull’attività politica, rimettendo in discussione le scelte degli ultimi mesi.
Ora, non c’è alcun dubbio che Conte sia stato scelto convintamente come nuovo capo, dopo la lunga vacatio seguita alle dimissioni di Di Maio del 22 gennaio 2020 e coperta dal reggente Crimi, una leadership provvisoria alla quale i grillini si erano affezionati proprio perché non aveva alcuna ambizione carismatica. Così com’era diventata evidente, prima ancora della scelta dell’"avvocato”, l’insofferenza dei parlamentari verso Casaleggio junior e la piattaforma Rousseau. Molte delle uscite dai gruppi pentastellati verso il Misto della Camera e del Senato erano motivate da semplici ragioni economiche, il timore di essere sottoposti a processi e condanne interne per insolvenza verso la società del fu cofondatore, con Grillo, del Movimento.
Che poi Grillo a suo tempo fosse stato tiepido sul capovolgimento e sulla riscrittura, soprattutto giuridica, delle regole interne, voluta da Conte all’atto del suo insediamento, rivela che al di là delle serie riserve politiche sul ridimensionamento del proprio ruolo, il Garante avesse ben chiaro che mettere mano alle fondamenta del Movimento comportasse dei rischi. Quello della sentenza di Napoli, in questo senso, potrebbe essere solo il primo di una serie di inconvenienti.
Infine non va trascurato che l’azzeramento per via giudiziaria dei vertici cade in un momento in cui la guida di Conte è diventata politicamente meno solida. A parte lo scontro con Di Maio che, gioco forza, dovrà essere congelato, più s’avvicina la data delle elezioni e della formazione delle liste, più cresce l’incertezza dei parlamentari sul loro futuro e più si frantuma il consenso che aveva portato l’"avvocato” a sedersi trionfalmente sulla poltrona, irta di spine, di nuovo capo politico del M5S.