La Stampa, 7 febbraio 2022
Al lusso non si rinuncia
Il settore del lusso non conosce crisi. Gioielli, borse, orologi e vini pregiati rimangono in cima ai desideri dei più ricchi che in tempi di pandemia hanno comprato anche più di prima. Il 2021 è stato un anno da primato per molti marchi che adesso si preparano a toccare altri record. L’inflazione? Per ora rimane in secondo piano, così come la crisi legata alla disponibilità di materie prime. Inizia invece l’espansione nel Metaverso, il nuovo mondo digitale. Qui le maison sperano di crescere in fretta e di raggiungere nuovi incassi. Stando agli analisti di Morgan Stanley, questa nuova piazza virtuale potrebbe generare un giro d’affari di 50 miliardi di dollari già entro il 2030 per il lusso.
Intanto nel mondo reale il settore macina rialzi a doppia cifra e batte ogni stima. Lo testimoniano i risultati arrivati da Lvmh, colosso francese che è anche il più grande polo del lusso al mondo con decine di marchi tra cui Louis Vuitton, Dior, Givenchy, Bulgari e Moët & Chandon, che ha chiuso il 2021 con un giro d’affari record sopra i 64 miliardi di euro, +46%. Bene ha fatto anche la numero due in classifica, la svizzera Richemont che anche grazie a uno sprint nella vendita di gioielli e orologi durante lo scorso Natale è riuscita ad aumentare le vendite del 32% a 5,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superando del 36% i livelli pre-pandemia. Anche Prada è migliorata con un 2021 con ricavi totali per 3,3 miliardi, in progresso a cambi costanti del 41% su base annua e dell’8% rispetto al 2019.
L’elenco di nomi che hanno messo a segno risultati da record nel lusso è lungo. A spingere sono stati soprattutto i ricavi in crescita registrati negli Stati Uniti. E le prospettive sono al rialzo. Bernard Arnault, fondatore, chief executive e chairman del gruppo francese Lvmh, durante la presentazione dei conti ha sottolineato che la solida crescita è continuata in gennaio. E secondo gli analisti, nonostante il boom della domanda in Cina, i riflettori sono puntati ancora sugli Stati Uniti. Lvmh ha notato che la performance migliore è stata proprio negli States, che hanno generato più di un quarto (il 26%) delle vendite totali nel 2021.
E l’inflazione? Alcuni marchi, tra cui Lvmh, hanno già detto che potrebbero aumentare i prezzi per proteggere i margini. I listini del produttore di orologi e gioielli Hublot saranno per esempio rivisti al rialzo tra il 3 e il 4%. Il costo di acciaio e titanio è in crescita mentre sono saliti tra il 10% e il 15% i prezzi dei diamanti. Per questa ragione anche la casa ha dovuto mettere mano alle sue proposte. Ma le fiammate dell’inflazione non spaventano le maison del settore. «Considerato che le strategie di investimento dovranno tenere sempre più conto del ritorno dell’inflazione, a nostro giudizio il potere di determinazione dei prezzi potrebbe rappresentare una buona copertura, come ha dimostrato nel tempo» dice Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo Gam Luxury Brands Equity della società di investimenti Gam.
All’orizzonte c’è la colonizzazione del Metaverso. Lvmh è entrata in questo mondo con Dior lo scorso settembre. La casa ha avviato la collaborazione con la piattaforma “Ready Player me” per creare «un’esperienza di gioco esclusiva». Kering, attraverso la maison Balenciaga, è entrata principalmente nel mercato dei videogiochi mediante una partnership con Epic Games.
EssilorLuxottica, insieme a Facebook, a settembre ha lanciato gli occhiali Ray Ban Stories. Nessuna funzionalità di realtà aumentata ma con capacità di riproduzione multimediale e di scattare foto. «Un primo passo per il futuro – sottolinea Gabriel Debach, italian account manager di eToro –. Dopo aver collaborato con i social e gli influencer, ora il settore del lusso guarda con interesse al Metaverso».