Anteprima, 4 gennaio 2022
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Biografia di Gianni Celati
Gianni Celati (1937-2021). Scrittore. Tra i suoi libri: Comiche (1970), Le avventure di Guizzardi (1972), Lunario del paradiso (1978), Narratori delle pianure (1985), Verso la foce (1989), Avventure in Africa (1998), Conversazioni del vento volatore (2011), Cinema naturale (2012), Fata Morgana (2013), Selve d’amore (2013). Con i racconti Vite di pascolanti (Nottetempo) vinse il premio Viareggio 2006. Autore di traduzioni di Celine, Melville, Stendhal, Swift, Twain, London, Barthes, Holderlin ecc. Nel 2013, dopo oltre sette anni di lavoro, uscì per Einaudi una sua nuova traduzione dell’Ulisse di James Joyce. «La tesi di laurea l’aveva fatta su Joyce, e quarant’anni dopo proprio all’autore irlandese sarebbe tornato per l’ultimo suo grande lavoro: la traduzione dell’Ulisse, un’immane fatica che avrebbe compromesso il suo stato di salute. Il folgorante esordio è del 1971, con Comiche, un libro che prende spunto dagli appunti tenuti da un vecchio paziente del manicomio di Pesaro. E guarda caso, con “i matti” Gianni avrà sempre un rapporto privilegiato: “In effetti mi trovo più a disagio con i sani di mente”, mi disse una volta» [Marcoaldi, Rep]. «Erano seguiti nel breve giro di anni alcuni libri che l’avevano imposto all’attenzione non solo dei critici e degli altri scrittori della generazione più anziana – Giorgio Manganelli tra i primi – ma anche dei lettori comuni: Le avventure di Guizzardi (1972), La banda dei sospiri (1976). Poi nel 1978 arrivò Il lunario del paradiso, libro di un autore quarantenne che narra la storia di un giovanotto in Germania a inseguire il suo amore. Da questo libro comincia la letteratura cosiddetta giovanile, da lì vengono scrittori come Enrico Palandri, Claudio Piersanti e Pier Vittorio Tondelli, suoi allievi al mitico Dams di Bologna, che a Celati rimasero legati per stima e amicizia. Poi seguirono alcuni anni di silenzio letterario segnati da una ricerca originale: trasformare i gesti comici in linguaggio comunicabile con le parole. Nacquero allora alcuni testi visivi, accompagnati da fotografie, tentativi di film e altri esperimenti letterari molto originali. Poi nel 1985 uscì Narratori delle Pianure, uno dei capolavori della letteratura italiana del dopoguerra che fu un successo non solo di stima, ma anche di pubblico. Celati aveva incontrato Luigi Ghirri e i fotografi di Viaggio in Italia e aveva cambiato pelle, se così si può dire, pur restando fedele a sé stesso, ad una idea di letteratura nuova e diversa. Seguì poi Verso la foce nel 1988, un viaggio nelle terre abbandonate del Po con cui l’esotismo del viaggio rinasce in una forma imprevista. I libri che seguono quei due volumi confermano un talento davvero inconsueto e fanno scuola presso i giovani narratori italiani. Celati è però un maestro che rifiuta questo ruolo. Lascia l’università, va a vivere in Normandia, poi si trasferisce a Brighton in Inghilterra, dove abita con la moglie Gillian e prende a girare il mondo, dagli Stati Uniti, dove è chiamato a insegnare, all’Africa che diventa il soggetto di un altro libro, Avventure in Africa (1998)» [Belpoliti, Rep]. Morto a Brighton, in Inghilterra, dove viveva dal 1990 con la seconda moglie Gil.