21 gennaio 2022
Tags : Enrico Varriale
Biografia di Enrico Varriale
Enrico Varriale, nato a Napoli il 22 gennaio 1960 (62 anni). Giornalista tv. Della Rai. Dal 2019 al 2021 vicedirettore di Raisport. Ha condotto Stadio Sprint, Il Processo del lunedì, 90° minuto, ecc.
Vita Inizi nella tv privata napoletana Canale 21. Nel 1985 entra al Mattino, tre anni dopo passa nella redazione del Tg3 diretto da Sandro Curzi, (dal 1989 alla redazione sportiva). Poi inviato del Processo del lunedì condotto da Aldo Biscardi • «“Sono socialista, non craxiano…”. Dicono tutti così. “La prova è che non sono andato in Forza Italia. Ero un socialista lombardiano…”. Sei stato raccomandato per entrare in Rai? “Ho iniziato da precario, a Napoli. Ero stato indicato come uno che aveva un amico socialista, Giulio Di Donato”» (a Claudio Sabelli Fioretti) • Ha seguito la Nazionale dai mondiali del 1990 fino agli Europei del 2021. Nell’ottobre 1997 Cesare Maldini, commissario tecnico della Nazionale italiana, durante una discussione a margine di una conferenza stampa lo definì «bassottino» («Caro bassottino, guarda che io non ti faccio più venire, perché non ti voglio più, hai capito? Tu mi giri sempre intorno, lo so come fai») • Famosa una sua lite con Zoff nel 1999, all’epoca allenatore della Nazionale: «L’Italia aveva giocato in Bielorussia e non era andata oltre uno stentatissimo zero a zero, giocando veramente male. Però aveva ottenuto la qualificazione all’Europeo. Io mi sono avvicinato a Zoff e gli ho detto: “Di questa partita dobbiamo salvare la qualificazione, perché la prestazione è stata modesta”» (a Sabelli Fioretti) • Nel 2007 polemiche per un’intervista all’allora ct azzurro Roberto Donadoni, cui chiese se avrebbe partecipato alle primarie del Pd • Dal 2000 al 2015 ha condotto Stadio Sprint su Rai 2, affiancato prima da Vincenzo D’Amico e poi da Bruno Gentili • Dal 2013 al 2016 ha condotto Il processo del lunedì su Rai Sport 1. «Il suo Processo non lo vede nessuno. A Enrico gli voglio bene, in Rai l’ho portato io. E quando mi ha chiesto di poter usare la testata originale, gliel’ho concessa subito, tanto sapevo che non c’era partita» (Aldo Biscardi nel 2015 a Nicola Calzaretta). «Questo Processo sembra una delle tante imitazioni che proliferano sulle tv locali all’insegna del “vorrei ma non posso”» (Aldo Grasso) • Dal 2019 al 2021 ha condotto 90° minuto, prima insieme a Simona Rolando, poi con Paola Ferrari • Due libri, A bordocampo (Testepiene 2010) e Napoli 8 ½ (Minerva 2012) • Tifoso del Napoli. «Noto per essere poco amato dai tifosi juventini» (Fabrizio Peronaci) «Enrico Varriale, vicedirettore del servizio sportivo Rai, non ha mai nascosto le sue antipatie e simpatie sportive» (L’Équipe il 15 marzo 2021) • Divorziato. Ha due figlie che vivono e studiamo a Londra.
Vicende giudiziarie Nel settembre 2021 è stato indagato dalla Procura di Roma per stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagna, che ha denunciato di essere stata picchiata e insultata («Mi prese a schiaffi e poi mi strinse il collo mentre io cercavo di difendermi», ha raccontato lei). In un primo momento il gip Monica Ciancio ha disposto nei confronti di Varriale la misura cautelare del «divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa», oltre alla duplice prescrizione di «non comunicare con lei» neppure «per interposta persona» e di «allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza». Motivazione del giudice: «Le condotte poste in essere dal Varriale danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo». Al termine delle indagini, nel novembre 2021, è stato chiesto per il giornalista il processo immediato perché la Procura ha ritenuto «schiaccianti» le prove a suo carico. Il processo è iniziato il 18 gennaio 2022 ed è stato aggiornato al 9 maggio quando, a porte chiude, sarà sentita l’ex compagna di Varriale. Nella lista dei testimoni anche Paola Ferrari • «La relazione tra il giornalista e la sua ex compagna, giovane imprenditrice, era iniziata nel 2020 e pareva procedere bene. Lei aveva cambiato città, trasferendosi a Roma dalle Marche, in un appartamento da single, senza escludere una futura convivenza. Ma all’improvviso, un paio di settimane dopo la e vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra agli Europei, il rapporto è saltato. Stando alla ricostruzione dei magistrati, hanno pesato il nervosismo e “i repentini scatti d’ira” dell’indagato, sotto stress per almeno tre fattori: la rinuncia obbligata di Varriale alla “vetrina” delle telecronache delle partite degli azzurri, in quanto entrato in contatto con un positivo al Covid; il procedimento disciplinare a suo carico per non aver rispettato la quarantena; e, infine, la mancata conferma come vicedirettore di Rai-Sport. Secondo l’accusa, le tensioni nella coppia la mattina del 6 agosto sfociano in violenza. Varriale “durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro, scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci e, mentre la parte offesa cercava di rientrare in possesso del cellulare che le aveva sottratto, le afferrava il collo con una mano, cagionandole lesioni”. Una scenata in due tempi, nell’appartamento e poi sul pianerottolo, conclusa con il lancio di un telefonino. Le conseguenze immediate sono state la decisione di lei “di troncare la relazione e ogni forma di comunicazione” e di recarsi al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. Agli atti, oltre alle testimonianze di due amici con cui s’era confidata (“era talmente spaventata da spegnere le luci per evitare che lui si avvedesse che era in casa”), è allegato il referto dei medici: “Ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in cinque giorni”. Ma non era tutto. È stata la successiva insistenza del conduttore tv a indurre l’ex compagna a presentarsi negli uffici di polizia: una sequenza di telefonate notturne, citofonate, appostamenti e messaggi insultanti andata avanti per settimane, sino alla seconda denuncia presentata il 14 settembre» (Fabrizio Peronaci) • Questa la versione di Varriale davanti al gip: «Si è rammaricato dell’escalation avuta dalla lite, la sua intenzione – ha detto – era di “chiudere il rapporto civilmente”. Sul momento, tuttavia, ha reagito con aggressività come ha raccontato la donna agli investigatori. Dopo le botte il giornalista arriva a strapparle lo smartphone. Lei va nel panico: nella denuncia ci sono tutte le sue conversazioni, soprattutto lo sfogo della sera prima con un amico. C’è il resoconto delle offese. Lo sfogo con l’amico, spiega agli investigatori, è l’unico momento di libertà che si è concessa: vedersi confiscare il cellulare la esaspera. Varriale non demorde, i due vanno avanti a male parole. Si lasciano recriminando e lui le invierà due messaggi WhatsApp tipicamente e inequivocabilmente offensivi: “Sei una tr…”. Lei denuncerà tutto in Procura» [Sacchettoni, CdS] • Varriale s’è poi difeso in un’intervista a Repubblica: «“Lei viveva a Pesaro col marito. Io ero un uomo libero, a Roma. Ho due figlie grandi ma mi sono separato da mia moglie tanto tempo fa. Con la Signora avevamo cominciato a frequentarci a novembre. Lei veniva a Roma, da me, una settimana sì e una no. Era “prigioniera” – diceva così – di un matrimonio inesistente. Piangeva al telefono, si sentiva in gabbia. Ritenevo la cosa umiliante per lei e per me, così le ho chiesto di scegliere, un rapporto saltuario non mi interessava. A maggio, come tappa intermedia aveva affittato una casa vicino alla mia. Però le ho detto: il 15 luglio dopo gli Europei o prendi una decisione o la finiamo. Non ebbi risposta. Il 29 luglio ci vediamo a Roma per decidere se fare qualche giorno di vacanza insieme in Costiera amalfitana. Quella sera lei si accorse che avevo cambiato password al computer – prima usavo il suo nome – ha dato di matto… e mi ha tirato il computer in faccia. Poi però abbiamo fatto pace e siamo partiti”. Il 6 agosto che cosa è successo? “Il 5 agosto a sera da Pesaro mi ha raggiunto di nuovo. Eravamo a casa, lei stava rifacendo il letto e mi ha provocato. Ha cominciato ad accennare alle mie avventure…”. L’aveva tradita? “Dal 15 luglio ero un uomo libero. Prima l’ho rispettata, in ogni senso”. Che è successo, quindi? “La sera del 5 non sono caduto nelle provocazioni e me ne sono andato”. E il giorno dopo? “Di quel giorno voglio dire due cose. La prima: non le ho mai messo le mani al collo”. La sua compagna ha denunciato questo. “Al Gemelli le hanno fatto una prognosi, di cinque giorni... Un’abrasione alla base del collo... solo un’abrasione. La seconda cosa è che ci siamo colpiti tutti e due. Non l’ho picchiata. Non ho provato a strangolarla. È stato un litigio. Alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io. Lo hanno visto diverse persone, anche nei giorni successivi. Ma io non mi sono fatto refertare. Una colluttazione non è meno grave. È comunque diverso. Io non ho mai picchiato una donna. Sono della scuola che nemmeno con un fiore. Questo è stato il primo 25 novembre in cui non ho moderato o partecipato a qualche evento importante in difesa delle donne”. Ma cosa le è venuto in mente? Si è chiesto come sia stato possibile? “Stavamo litigando. Io parlavo lei chattava (mima il gesto). Le chiedo di smettere. E una volta, e due e tre. Le tiro via il telefonino. Lei mi salta addosso. Non le ho mai messo le mani alla gola. Sono cose che non devono capitare. Non mi sono controllato. Ma non sono un violento, non sono uno stalker, non ho provato a strangolarla”. Ecco, lo stalking, il giudice l’accusa anche di aver “ossessivamente cercato” di contattare la sua ex. “Non sono uno stalker”. I messaggi al telefonino… “Dal sei agosto al 27 settembre, 43 messaggi. Eravamo abituati a scambiarcene trenta-quaranta al giorno. Se mi avesse detto ‘mi disturbi’ sarei sparito, ma lei non rispondeva né mi ha bloccato. Per altro in quei 40 giorni, 25 sono stato fuori Roma”. Si sentiva spiata. “Non so come mai… Ci siamo incrociati un paio di volte sotto casa la mattina mentre andavo a correre… abitiamo a due passi. Una le ho detto: ‘Prima o poi ci dobbiamo chiarire’”. La chiamava di notte. “Ma lei era famosa perché non dormiva mai. Si alzava alle tre e cominciava a scrollare il telefono. Una volta era online e ho provato…”» (a Marco Mensurati) • In attesa dell’esito del processo, a ottobre 2021 la Rai lo ha sospeso dalle apparizioni in video • Un’altra donna lo ha accusato di averla picchiata durante un litigio che sarebbe avvenuto la sera dell’8 dicembre 2021. La donna, che aveva una relazione con Varriale, l’avrebbe trovato Varriale in casa a cena con un’altra, ne sarebbe nata una discussione e Varriale l’avrebbe schiaffeggiata. Dopo il colpo subito, si è presentata al Gemelli, dove è stata curata e refertata, e poi lo ha denunciato per maltrattamenti. La vicenda è all’esame della Procura di Roma. Lui ha negato tutto e si è dichiarato «vittima di una folle gelosia».