Corriere della Sera, 6 febbraio 2022
Ferilli show
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
SANREMO L’abbraccio materno – lei che mamma non è – a José, il figlio 13enne di Amadeus. Affettuosa, dolce, premurosa con il ragazzino che ha detto al padre che non poteva non chiamarla nel suo Festival («piace anche a tutti i miei compagni di classe: lei dice le parolacce che diciamo noi»). Sabrina Ferilli sa abbinare intelligenza a calore, due qualità che non sempre vanno d’accordo. E la sua ode alla leggerezza, fatta a braccio, di pancia e cuore, restituisce un senso di normalità, dieci minuti in cui sembra di stare in una bolla sospesa.
L’attrice si siede con Amadeus sulle scale dell’Ariston e spiega che non ha monologhi da fare: «Non voglio il palco tutto per me, ma ho delle domande da condividere con voi. Tanti temi belli sono già stati toccati e ho cercato di capire di cosa avrei potuto parlare. Temi civili, sociali, umani: tanti sono importanti, è difficile fare una scaletta. Ho pensato di parlare di famiglie, di donne che fanno tutto: lavorano, educano, si impegnano per i figli. Ma io non ho figli, sono un’attrice avviata, ho un marito benestante... Forse non è il caso. Allora ho pensato: parliamo di uomini che hanno troppo potere, che occupano i livelli più alti della gerarchia. Ma un monologo sugli uomini che comandano non mi sembrava credibile». Non cita il marito Flavio Cattaneo, ma ovvio che pensa a lui. Riflette ancora: «Potrei parlare di bellezza, quella profonda, interiore, quella delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che mangio radici per entrare in questo vestito». Aggiunge che «bisogna parlare delle cose su cui si è competenti» e sui «temi importanti lasciare parlare chi si sporca le mani, chi studia certi argomenti». Usa l’arma dell’ironia: «Ho pensato al riscaldamento globale, alla disparità salariale, ma perché la mia presenza deve essere per forza legata a un problema, a una disgrazia? Perché dare un senso per giustificare che sto qua? Io sono qua per la mia storia, questo porto sul palco. Non lo dico perché non so cosa succede nel mondo. È che semplicemente ho scelto la strada della leggerezza perché, come diceva Calvino, in tempi così pesanti bisogna planare sulle cose dall’alto e non avere macigni sul cuore. Perché la leggerezza non è superficialità». Un «non monologo» la cui naturale conseguenza sono un fiume di applausi.
A inizio serata era salita sul palco ribaltando la liturgia della messa cantata: «Amadeus, ma come stai, come fai a stare ancora in vita? Non sei normale, fai ore e ore di tv, maratone, Mentana ti fa un baffo, lo surclassi, lo superi a sinistra». Gli toglie a forza la giacca: «Fammi vedere dove hai le pile... Lui è un presentatore ibrido, nel backstage ha la colonnina per la ricarica. La sua forza in Italia ce l’hanno solo altri tre: Morandi, Iva Zanicchi e Mattarella».
È stata la terza volta di Sabrina Ferilli al Festival (nel 1996 affiancò Pippo Baudo con Valeria Mazza, nel 2012 fu ospite di Gianni Morandi). La mattina, prima di arrivare all’Ariston, aveva respinto l’interesse, prima o poi, a condurlo: «No, mi piace fare l’attrice, presentare è un’altra cosa». La parolaccia (non ieri) è sempre pronta, la battuta pure: «Ti fermi ancora Amadeus? L’hai detto? L’aveva detto pure Mattarella, ma poi è rimasto». Per la sua serata aveva una proposta indecente: «Volevo fare un trenino con Amadeus, tutti e due nudi, ma non ha accettato. Il Festival non è ancora pronto. Chissà, in un prossimo Sanremo». Al prossimo scudetto della Roma? «Ma c’è il rischio che, quando accadrà, l’impalcatura non regga più...».