Corriere della Sera, 6 febbraio 2022
Per i Paesi dell’Est è meglio la Nato della Ue
In una intervista a La Stampa del 29 gennaio, Jens Stoltenberg, Segretario generale della Alleanza Atlantica, ha detto che «la Nato è la pietra angolare della sicurezza europea perché unisce il Nord America e l’Europa. Due guerre mondiali e la Guerra Fredda hanno dimostrato che bisogna stare insieme». Stoltenberg riconosce il diritto degli europei a condividere una stessa politica economica, ma vorrebbe che non avessero altre ambizioni e attribuisce alla Nato il merito di portare allo stesso tavolo anche i Paesi che non sono membri della Ue. Sarebbe la Nato quindi, secondo questa prospettiva, l’organizzazione che meglio rappresenta l’intero continente. Resta tuttavia da comprendere quali sarebbero gli obiettivi di una organizzazione che è divenuta, con il passare degli anni, alquanto diversa da quella che fu creata il 4 aprile 1949 e comprende oggi 13 Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti.
Quei Paesi si consideravano tutti minacciati, non senza ragione, da una potenza (l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) che era uscita vincitrice da una guerra contro il Terzo Reich Tedesco, si era dotata dell’arma nucleare, voleva la diffusione mondiale del comunismo e poteva contare sulla esistenza, in ogni Paese democratico, di partiti politici che avevano la sua stessa ideologia. In un tale contesto gli Stati Uniti, protetti da due oceani, sembravano essere un leader naturale: erano democratici, avevano l’arma nucleare ed erano una grande potenza industriale.
La sicurezza americana
Gli Usa sono una casa ospitale per gli Stati dell’Europa dell’Est ambivalenti verso l’Unione
Oggi, 73 anni dopo, la situazione è alquanto diversa. Il comunismo non esercita più l’attrazione di quegli anni, la Guerra Fredda è finita (come hanno ricordato Francesco Battistini e Milena Gabanelli sul Corriere del 31 gennaio), le industrie europee non sono inferiori a quelle di altri Paesi e 27 Stati del loro continente hanno creato l’Ue, una Unione Europea che ha ormai un crescente status internazionale.
Gli Stati Uniti, intanto, sono andati progressivamente perdendo la loro originale importanza e anche il loro diritto alla egemonia. Ma sono ancora il maggiore Paese della Nato e stanno progressivamente trasformandola in una casa ospitale per quei Paesi dell’Europa orientale che non possono ignorare l’Unione Europea e i suoi numerosi vantaggi economici, ma non ne condividono gli obiettivi unitari e preferiscono appartenere a una organizzazione in cui gli Stati Uniti avrebbero inevitabilmente un ruolo direttivo. Negli anni della Guerra Fredda questi Paesi avevano aderito al Patto di Varsavia ed erano diventati i satelliti dell’Urss. Oggi sembrano decisi a essere satelliti degli Stati Uniti e hanno trovato nella Nato l’organizzazione che soddisfa il loro desiderio.