Corriere della Sera, 6 febbraio 2022
Intervista a Francesco Vaia. Parla del primo paziente curato con la pillola anticovid
«Allo Spallanzani abbiamo somministrato la pillola Paxlovid al primo paziente italiano. Si tratta di un uomo di 54 anni con patologie cardiovascolari. Gli abbiamo dato le prime tre pasticche in regime di ospedalizzazione. Ora lui dovrà, come prevede la procedura, continuare ad assumerne tre la mattina e tre la sera per 5 giorni. Poi tornerà nell’ambulatorio post Covid per verificare l’efficacia della cura».
Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive di Roma, quali sono le aspettative sulla nuova pillola?
«Aspettative molto elevate perché l’efficacia attesa è quasi del 90%».
Come potrà aiutare nella «normalizzazione» della lotta alla pandemia?
«Riducendo il rischio di ospedalizzazione nei pazienti Covid. In modo che si liberino i reparti e tornino a disposizione dei malati acuti, degli oncologici e dei cardiovascolari. Se oggi siamo in queste condizioni è perché il vaccino si è dimostrato efficace ed è stato utilizzato come fanteria pesante. Ma in battaglia dopo la fanteria arriva la cavalleria, ovvero le terapie che non devono essere sostitutive ma coadiuvanti, e sbaragliano il nemico. E sono orgoglioso che anche questa lotta la stiamo facendo, per primi in Italia, allo Spallanzani».
Quali le differenze con gli anticorpi monoclonali?
«La differenza sostanziale è la somministrazione. La pillola è per via orale. I monoclonali sono per via endovenosa e comportano un’ora di infusione in ospedale più un’altra ora di osservazione. Inoltre gli antivirali sono indipendenti dalle varianti».
Quali malati verranno reclutati?
«Verranno trattati casi in fase precoce e con fattori di rischio: gli obesi, i pazienti con patologie respiratorie e cardiovascolari, come ipertensione e problemi coronarici, gli oncologici. Per quanto riguarda il numero, allo Spallanzani abbiamo una grande potenza di fuoco».
Come distinguerete a chi fare i monoclonali e a chi somministrare la pillola?
«Di caso in caso, si farà una valutazione clinica».
Virus endemico
Per come si presenta oggi con la variante Omicron, il virus è endemico. Ma ora aggiornare i vaccini
Che tipo di utilizzo se ne farà in futuro: verrà somministrata negli ospedali o si venderà anche in farmacia?
«In questa prima fase la somministrazione si farà in ospedale. Poi auspico che possa procedere il medico curante e che il farmaco possa essere acquistato in farmacia. Così come mi auguro che sia prescrivibile e che se ne faccia carico il sistema sanitario nazionale. La pandemia deve lasciarci un insegnamento: la medicina territoriale deve portare a casa dei malati la diagnostica e le terapie innovative, per evitare che ci sia un’assistenza di serie A, in ospedale, e una di serie B».
A giorni cadrà l’obbligo delle mascherine all’aperto. Bisognava aspettare?
«Io credo in una primavera di rinascita. Bisogna aprire a spazi di socialità e liberare le persone. Quindi consiglio a tutti, quando sarà, di toglierle all’aperto ma di portarle sempre con sé e, se dovesse servire, di utilizzarle. Il governo italiano ha sempre usato ottimismo razionale e graduale: è quella la strada giusta. Ora voglio fare un invito al presidente Draghi: di farsi carico dell’esigenza degli italiani di adeguare le scuole e i trasporti».
Davvero dopo Omicron inizierà una convivenza più «pacifica» con il Covid?
«Per come si presenta oggi con la variante Omicron, il virus è endemico. E non sto banalizzando la malattia. È fondamentale però a questo punto aggiornare i vaccini con le varianti note e procedere poi con un richiamo annuale».
A che punto sono gli aggiornamenti?
«I vaccini a mRna si adeguano rapidamente».
Ma se arrivasse una nuova variante?
«Da uno studio dello Spallanzani, con prestigiosi network europei e mondiali, sembrerebbe che il vaccino aggiornato per Omicron combatta anche le altre varianti».
Su chi verrà usata
Verranno trattati casi in fase precoce e con fattori di rischio, come malati coronarici e oncologici
Su Novavax erano state riposte molte speranze, ma tarda ad arrivare...
«Potrebbe essere uno strumento utilissimo perché potrebbe far superare la diffidenza verso il vaccino a molti italiani».