Il Messaggero, 6 febbraio 2022
Eileen Gu, la sciatrice cinese made in Usa
Born in the Usa, ma scelgo la Cina. Eileen Gu è una stella del freestyle e può vincere tre medaglie alle Olimpiadi: nell’halfpipe, nello slopestyle e anche nel «big air», il nuovo evento inserito nel programma a cinque cerchi e che avrà inizio stanotte con le qualificazioni. Di curioso, però, c’è un fatto: e cioè che questa campionessa nata negli Stati Uniti e cresciuta a San Francisco, in California, ha deciso di rinunciare al passaporto a stelle e strisce e gareggiare sotto la bandiera cinese. Tutto questo avviene, per giunta, in mezzo a una guerra fredda, sportiva ma non solo, tra Usa e Cina. Dunque, Eileen Gu viene vista dal Dragone come un’occasione non solo per riempire d’oro il suo medagliere a questi Giochi invernali, ma come il simbolo di una nuova percezione del Paese. «Quando sono negli Stati Uniti, sono americana. Quando sono in Cina, sono cinese», ripete spesso Ailing, il nome in mandarino di Eileen datole dalla madre cinese emigrata a 20 anni prima che nascesse negli Stati Uniti. Dove è diventata però una star. A 18 anni, infatti, la bionda Eileen Gu non è solo un talento straordinario, ma è pure una studentessa modello. Tanto è vero che è entrata a Stanford, certo non un’università qualunque. Inoltre, guadagna già un bel po’ di dollari facendo la modella per alcuni grandi marchi della moda.
LA SCELTA
Nonostante ciò, Eileen non ha avuto dubbi quando ha preso la sua decisione, nella sorpresa generale, di gareggiare per la Cina. Era il 2019, quando su Instagram spiegò di «essere molto grata alla federazione di sci e di snowboard Usa e a quella cinese che mi dà la possibilità di realizzare i miei sogni». Eppure, orgogliosa delle origini cinesi e «fiera di essere stata cresciuta negli Stati Uniti», con un papà californiano, disse di voler «ispirare milioni di giovani» in Cina, la terra «dov’è nata mia madre», gareggiando nell’Olimpiade di casa di Pechino 2022 e diffondendo «lo sport che amo», auspicando poi «di aiutare l’amicizia tra le due nazioni». I cui rapporti, per la verità, sono ai minimi storici. Al punto tale che gli Stati Uniti hanno deciso di non essere presenti a Pechino con la delegazione diplomatica. Un boicottaggio motivato dalle «eclatanti violazioni dei diritti umani e atrocità della Repubblica popolare cinese nello Xinjiang».
Pechino che intanto si gode la sua principessa del ghiaccio, come il soprannome che si è guadagnata su Weibo, il Twitter in mandarino, dove è seguita da 1,5 milioni di follower che la ringraziano, tra l’altro, proprio per aver contribuito a dare una diversa percezione del Paese. E d’altronde Eileen, quando è arrivata a Pechino, è stata letteralmente presa d’assalto dai media cinesi. Ma lei, pur essendo nata e cresciuta negli States, ha sfoderato un perfetto mandarino senza accento americano, perché la mamma era solita inviarla in Cina almeno un mese ogni anno per studiare la lingua e a scoprire le altre’ sue radici. Se poi riuscirà anche a vincere una medaglia d’oro, allora la Cina potrebbe davvero incoronarla eroina di questi Giochi.