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 2022  febbraio 06 Domenica calendario

Elisabetta, l’insostituibile

Caro Aldo,
tra un po’ il regno di Elisabetta II compie 70 anni, si vedono vecchie foto di Elisabetta e l’impressione è che tutto veniva raccontato qualche decennio fa in maniera più «epica», parlo del jet set. La comunicazione ha reso tutto più ordinario o re, regnanti e uomini e donne di potere perdono un po’ di mistero col fatto che in qualche maniera si vedono di più, sempre grazie ai media?
Marco SostegniCaro Marco,
il fascino di Elisabetta è proprio nell’essere un personaggio – forse l’ultimo personaggio – che ci dà il collegamento con un mondo che non esiste più. Apprese della morte del padre, re Giorgio VI, mentre era in Kenya, in un lodge costruito su un albero («una giovane donna salì principessa e ne scese regina» si commentò allora, come fosse una fiaba: l’ha ricordato Vittorio Sabadin sulla Stampa). Esisteva ancora l’Impero britannico. Primo ministro era Winston Churchill. Sotto il suo sole sono sorti e tramontati astri come Margareth Thatcher – che lei non amava – e Tony Blair, con cui costruì un buon rapporto nell’estate del 1997, segnata dalla morte di lady Diana, che per la corona fu almeno all’inizio un disastro mediatico. Ma il regno infinito di Elisabetta, se ha salvato la monarchia, ha imposto alti prezzi da pagare. Il figlio Carlo, migliore di come viene descritto, ha consumato la vita ad aspettare che venisse il suo turno. L’altro figlio Andrea è affogato nella noia e nel vizio. La sorella minore Margareth è morta da vent’anni: Elizabeth l’ha ricordata nel bellissimo intervento tv che fece all’inizio della pandemia, durante il quale la Bbc ha inquadrato la foto del discorso radiofonico che l’allora principessa tenne, «helped by my sister» (aiutata da mia sorella), durante la Seconda guerra mondiale, quando i Windsor rifiutarono di lasciare Londra devastata dai bombardamenti nazisti. Tra i nipoti, dopo la delusione di Harry, le resta la consolazione di William, che sembra essere il suo vero erede. Ma un personaggio come lei è insostituibile. Peccato che non abbia detto una parola sulla Brexit. Si spese invece per mantenere la corona di Scozia: quando gli scozzesi votarono per l’indipendenza bastò una sua frase – «meglio pensarci bene» – per spostare pochi ma decisivi voti.