La Stampa, 5 febbraio 2022
Maurizio Costanzo intervista Drusilla Foer
Che botto Drusilla. Dopo il successo all’Ariston, la Foer ieri era ospite di Facciamo finta che, il mio programma con Carlotta Quadri su R101, dove ha da tempo una rubrica fissa, La parola di Dru.
Sono orgoglioso di te, l’Italia ha scoperto che si può essere diversi e intelligenti. E unici.
«Grazie, mi fa molto piacere, è stato bello. Non ho pensato di parlare a tutta l’Italia ma alle signore in prima fila all’Ariston. È andata bene».
Hai conquistato pure il pubblico largo di Sanremo.
«Io credo in generale che il pubblico sia molto più pronto di quel che si pensa ai personaggi un po’ trasversali, eccentrici».
A proposito del travestimento da Zorro, era stupendo.
«Ma come stavo bene? Finalmente mi sono vestita da Zorro. Perché da bambina mi volevano vestire da spagnola, da fatina, io invece mi volevo vestire da Zorro, da cowboy, da Pinocchio...».
Ha fatto tanto male strappare i baffi finti?
«Ah, ma non hai idea. Vogliamo sollevare la polemica?».
La tua forza è come sempre l’ironia affettuosa.
«Certo, le cose che passano per l’affettività sono sempre le più efficaci. E all’Ariston, devo dire, c’era un’atmosfera affettuosa con gli autori, con i coordinatori, i tecnici; poi io, lo sapete, parlerei anche con i muri, chiacchieravo con tutti».
S’è vista anche una grande intesa con Amadeus.
«Si era bellini con Amedeo, vero? “Amedeo” suona bene, no? Ho fatto un po’ un omaggio a Nicoletta Orsomando, a leggere un po’ affettata, con la dizione perfetta».
Mi dicevi nei giorni scorsi che ti dispiaceva non introdurre le canzoni...
«E invece poi me l’hanno fatto fare, hai visto?».
Ti sei messa a fare anche da autore?
«No, ma alcune cose le abbiamo improvvisate all’ultimo, come quando gli ho portato il caffé. E il microfono all’inizio non c’era davvero».
Alla fine nessuno scandalo «Massi, all’inizio erano preoccupati dall’en travesti e poi invece c’era di tutto su quel palco, Achille Lauro che faceva cose... ma di che stiamo parlando, come si dice in Toscana».
Il malinteso con la Zanicchi?
«Un certo giornalismo un po’ miope, affrettato, ha pensato che io facessi la stronza con la Zanicchi. Invece ho solo ripetuto una cosa che lei ha detto di me. A parte che siamo amiche e ci diciamo le peggio cose perché Iva è, come me, uno spirito libero, una donna di temperamento. Ma certo non è il mio modo offendere sul palco una grande signora della musica italiana che va onorata. Lei stamattina mi ha telefonato e mi ha detto ‘Ma la gente non capisce nulla’ e io le ho risposto ‘Vabbè Iva, basta che lo sappiamo io e te’».
Non è assolutamente il tuo stile essere scortese.
«Ma certo. Io posso essere un po’ abrasiva, un po’ sarcastica, ma non con una signora così, che ha appena cantato, una grande signora della musica italiana come Iva Zanicchi. Noi toscani siamo così, abrasivi, ma sotto sotto dolci».
Complimenti per la canzone e per il monologo: “accogliamo il dubbio”, un bel messaggio di questi tempi.
«È che noi spesso abbiamo in testa delle abitudini e non intendiamo abbandonarle. Invece la vera potenza dell’essere umano è la capacità di trasformarsi. Solo così la società si può evolvere. Non che sia necessario cambiare, perché a volte le convinzioni sono solide, ma io spesso ho cambiato idea quando qualcuno mi ha mostrato un punto di vista più convincente del mio».
Insomma Drusilla Forever?
«Proprio no, eh, io già non mi sopporto, ormai ho un ego ingestibile. Forever mai». —