Il Messaggero, Agostino Gramigna, 5 febbraio 2022
La famiglia di No vax sterminata dal virus. In un mese sei morti
Agostino Gramigna peer il Corriere
«Gira questa voce, però se gira in un paese di sette mila persone, dove tutti si conoscono, sarà vera». Il sindaco Salvuccio Messina parla da Pietraperzia (Enna), nel cuore della Sicilia. La notizia che gira sulla bocca di tutti è che i membri di una famiglia, sei persone, tutti morti di Covid nel giro di un mese, erano convinti «no vax».
A confermare la voce però è stata una nipote, Noemi: «Avevano paura, c’erano stati amici e conoscenti che avevano avuto gravi conseguenze col vaccino. Così tutti avevano scelto di non farlo».
Il primo a morire è stato Michele Mancuso 81 anni, alla vigilia di Natale. Non è stato ricoverato. Non ha fatto in tempo. Il 17 gennaio è deceduta Concetta Guarnaccia di 91 anni, la suocera di due figlie di Michele che avevano sposato i suoi «maschietti».
Poi cinque giorni dopo è stata la volta di Maria Mancuso, 55 anni, la prima figlia di Michele; la stessa sorte è toccata il 25 gennaio al fratello Vincenzo, 55 anni. Infine due giorni fa gli ultimi decessi: la sorella di Maria e di Vincenzo, Concetta Mancuso, 52 anni e la loro mamma Vincenza Fontanella. Aveva 78 anni. Tutti erano stati ricoverati all’ospedale Umberto I di Enna. «Tutti portati via dalle loro case in ambulanza. Questo lo sapevamo», aggiunge il sindaco. «È stato uno choc. Provocato in particolare dagli ultimi due decessi, le povere donne, mamma e figlia. Hanno gettato nello sconforto il mio paese». La notizia è stata data da un sito locale, Radioluce. Chi ha scritto l’articolo, Gaetano Milino, afferma «che si sapeva che non erano vaccinati, ragion per cui i familiari mi hanno pregato di rimuovere il riferimento, per delicatezza».
Una famiglia come tante altre. Persone conosciute da tutti e stimate. Gli anziani pensionati. Vincenzo descritto come un onesto lavoratore, Concetta faceva la parrucchiera e la sorella Maria la casalinga.
Il sindaco li conosceva di vista. «Erano persone del ceto medio. I miei concittadini sono atterriti. Non riesco proprio a capire. La maggioranza dei paesani è vaccinata. Abbiamo fatto le cose per bene. Ho messo a disposizione i locali del Comune per somministrare le dosi. L’Asl è stata celere». Del nucleo è rimasta in vita una sorella, la più piccola. Che vive in Belgio, a Charleroi. Ha espresso il suo dolore su facebook, postando una foto e commentando: «È la mia famiglia».
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Antonio Calitri per il Messaggero
Con l’ultima vittima spirata giovedì all’ospedale Umberto I di Enna, sei componenti e due generazioni di una famiglia siciliana sono state completamente sterminate dal Covid-19. Si tratta dei Mancuso di Pietraperzia, un comune di poco più di seimila abitanti nel cuore della Sicilia meridionale, nessuno dei quali era vaccinato. Abitavano tutti in un raggio di pochi metri, nel centro di Pietraperzia, nell’Ennese. Si incontravano ogni giorno: pranzo e cena a casa di mamma e papà, che ora non ci sono più, morti insieme ai tre figli (un uomo e due donne).
L’INCUBO INIZIA DICEMBRE
Una tragedia comincia lo scorso dicembre pochi giorni prima di Natale. Il primo a contrarre il virus in maniera sintomatica è il capofamiglia Michele Mancuso di 81 anni. A pochi giorni dalle festività e con la diffidenza nei confronti della sanità siciliana, il Mancuso sceglie di restare a casa sperando che il suo corpo riesca a debellare il Covid, speranza suffragata dalle notizie che gli arrivavano dalle guarigioni di altri compaesani.
Non è andata così e quando il 23 dicembre la situazione precipita, i parenti chiamato il 118 ma all’arrivo dell’ambulanza, l’equipe medica non può che constatare il decesso. A quel punto gli altri componenti della famiglia che nel frattempo si sono contagiati e la cui condizione sanitaria comincia gradualmente ad aggravarsi, scelgono di farsi ricoverare all’ospedale Umberto I di Enna.
Ma la situazione non migliora, anzi. Da metà gennaio inizia quello che si rivelerà un vero e proprio stillicidio. Il 17 gennaio muore la consuocera del Mancuso, Concetta Guarnaccia di 91 anni, madre dei due fratelli che avevano spostato le sue due figlie. Il 22 dello stesso mese muore una di queste, Maria Mancuso di 55 anni. Tre giorni dopo se ne va anche il figlio Vincenzo Mancuso di 50 anni.
Giovedì scorso avvengono gli altri due decessi, la moglie della prima vittima, Vincenza Fontanella di 78 anni e la terza figlia della coppia, Concetta, di 51 anni.
«Ci hanno etichettati come No vax – dice Noemi, 25 anni figlia di Maria e nipote delle due anziane decedute ieri, anche lei non vaccinata – Ma la verità è che avevano una paura pazzesca: temevamo gli effetti che poteva produrre il vaccino, perché un nostro conoscente era morto proprio a seguito della somministrazione di una dose del farmaco e per questa ragione avevamo scelto di non farlo». Nessuna prova, ovviamente, di un nesso tra il decesso del parante e il vaccino.
La famiglia era emigrata in Belgio negli anni Sessanta. La mamma e il papà facevano gli operai in una fabbrica nell’hinterland di Charleroi, la cittadina industriale meta di tantissimi emigrati dalla provincia ennese. Le prime a far rientro al paese erano state le sorelle, che si erano innamorate di due fratelli del paese. Dopo qualche anno le avevano raggiunte i genitori e l’altro figlio. «Mia nonna era attaccatissima a noi nipoti – dice Noemi – Sono tornata per voi e non venite a trovarmi, ci diceva. Se per caso un giorno non andavamo a farle visita, ci restava male».
PAESE SOTTO CHOC
«Questa tragedia familiare – ha commentato Emanuele Cassarà, direttore sanitario dell’Ospedale Umberto I di Enna – dimostra che l’unica arma per evitare conseguenze così nefaste è il vaccino».
Per il sindaco della cittadina, Salvuccio Messina si tratta di «un evento che ha scosso l’intera comunità pietrina. Un’intera famiglia sterminata da questo maledetto virus che, purtroppo, si è accanito su questa famiglia, tanto è vero che ci sono state sei perdite e a distanza di poco tempo l’una dall’altra».
E continuando sulla sua pagina Facebook, dopo essersi associato «al profondo dolore di tutti i familiari e di quanti, purtroppo, hanno perso la vita stroncati da questo virus Covid 19» si è augurato «di uscire il più presto possibile da questa grave situazione e che si possa tornare alla normalità e a sorridere nella vita che ci ha dato Nostro Signore».
I funerali delle due donne si terranno domani alle 15 nella chiesa Madre di Pietraperzia.