il venerdì, 4 febbraio 2022
Prendo al volo un mini-elicottero
«Volevamo le auto volanti e abbiamo avuto i 140 caratteri» ha sentenziato Peter Thiel, il più destro, ideologico e facile da detestare campione della Silicon valley. Il co-fondatore di Paypal e proto-finanziatore di Facebook intendeva sottolineare come ci si è ristretto il futuro, dalle massimaliste promesse della fantascienza anni 60 alla minimalista realtà di Twitter (che nel frattempo è passato a 280 caratteri ma insomma non cambia molto).
Sono però felice di annunciare che Thiel verrà smentito. Almeno parzialmente, nel senso che non avremo ancora auto con le ruote che a un certo punto si librano in aria, ma ibridi tra elicotteri e aerei, capaci di decollare e atterrare in verticale e quindi indicati anche per gli spostamenti in città, senza bisogno di aeroporti. Proprio questa caratteristica ha dato loro il nome, non particolarmente mnemogenico, di evtol (electric vertical take-off and landing) che segnala un’ulteriore dettaglio: saranno elettrici, non a combustione. Solo l’anno scorso circa 200 nuovi progetti hanno raccolto oltre 5 miliardi di finanziamenti, stando alla contabilità della società di consulenza McKinsey. E, come già succede con i droni commerciali, i cinesi fanno terribilmente sul serio. AutoFlight, che ha realizzato il prototipo Prosperity I (3 passeggeri, un pilota, 250 km di autonomia), ha aperto uffici in Germania per ottenere anche le autorizzazioni al volo europee. EHang e il suo eh216 (2 passeggeri, niente pilota e 35 km di autonomia tra una ricarica e l’altra) otterranno l’autorizzazione dall’aviazione civile cinese quest’anno, dopo 20 mila voli di prova. Oltre al certificato di omologazione, però, ne servirà anche uno di produzione su larga scala e una licenza simile a quella delle aerolinee prima di poter prendere a bordo passeggeri paganti. L’americana Joby Aviation spera di essere la prima a ottenere l’omologazione in patria, l’anno prossimo. La tedesca Volocopter giura che sarà in funzione per le Olimpiadi di Parigi del 2024. Il cielo sopra Berlino (e non solo) rischia di affollarsi.