Corriere della Sera, 4 febbraio 2022
La prima flebo intelligente
MILANO Un prototipo per una rivoluzione globale. Arriva dalla Lombardia la prima flebo elettronica, intelligente e connessa, che permetterà di aumentare l’efficacia delle cure personalizzate sia in ospedale che a casa. Riducendo gli errori e gli imprevisti di una terapia il cui funzionamento da sempre dipende da una semplice «rotellina». E che invece potrà essere dosata, monitorata, variata con una precisione pressoché totale.
Il prototipo nasce dalla collaborazione tra ente pubblico, ricerca, ospedale e aziende produttrici: l’assessorato alla Ricerca di Regione Lombardia, la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, l’Università di Pavia e l’azienda capofila Fluid-o-Tech. La flebo è programmata e controllata attraverso un device dove un’applicazione permette di impostare o modificare i parametri dell’infusione. Il flusso può poi essere monitorato a distanza dal medico attraverso una piattaforma web, con tanto di notifica quando la terapia termina o s’interrompe. Tutto è tracciabile e viene inserito automaticamente nella cartella elettronica del paziente. «Il vantaggio straordinario – dice Andrea Pietrabissa, primario di Chirurgia 2 del San Matteo – è il sistema, che consente una sicurezza nell’infusione e un controllo nettamente maggiori rispetto alla rotellina. Nella terapia infusionale a casa l’operatore, dopo averla impostata, potrà controllare la terapia da remoto». La stessa tecnologia permetterà di rivoluzionare anche la nutrizione enterale domiciliare. «Così incentiveremo la delocalizzazione delle cure sul territorio», dice l’assessore alla Ricerca Fabrizio Sala. Favorendo «l’obiettivo della casa come primo luogo di cura», ha aggiunto la vice presidente Letizia Moratti. Verrà creato anche il primo Hub internazionale per la fluidica intelligente all’interno del San Matteo.