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 2022  febbraio 04 Venerdì calendario

Salvini e la crisi in quarantena


ROMA – Lo stop di Matteo Salvini non è solo metaforico: chiuso nella sua abitazione romana perché risultato positivo al Covid, il leader della Lega in queste ore consulta con preoccupazione i sondaggi che rivelano un gradimento in discesa dopo lo scacco subito nella partita del Quirinale. Le prime rilevazioni puniscono senza appelli il capo del Carroccio: «Il livello di fiducia è sceso di tre-quattro punti», dice Antonio Noto all’Adnkronos. Più articolata l’analisi di Renato Mannheimer: «Salvini – dice – non è riuscito nel suo tentativo di kingmaker e ha perso in popolarità, molto. Sicuramente questo si ripercuoterà all’interno della Lega. Non dico che la sua leadership è in discussione perché come dicono i leghisti è lui che porta voti, ma sicuramente lo scontro tra Salvini e la Lega del Nord, Giorgetti e Zaia, si fa più forte». Per Euromedia Research di Alessandra Ghisleri il segretario leghista ha perso 5,3 punti nella classifica della fiducia, assestandosi al 22,4 per cento. E Emg Different di Fabrizio Masia registra che gli elettori di tutti i partiti, tranne che quelli della Lega, bocciano il modo in cui Salvini ha gestito la partita del Colle. Si badi: tutti i sondaggisti danno invece Giorgia Meloni in netta crescita dopo la vicenda Quirinale. Gli elettori, secondo le rilevazioni, le riconoscono coerenza rispetto alle posizioni iniziali, sia nei confronti del presidente della Repubblica che del governo Draghi.
Ed è la beffa che si somma al danno, per Salvini, la cui posizione è stata vista come ondivaga e che dopo la rielezione di Mattarella ha quasi “divorziato” dalla presidente di Fdi, rilanciando invece una federazione con Forza Italia e centristi. Federazione che non decolla per la prudenza degli azzurri ma anche per le manovre di una parte dei moderati: l’Udc e Noi con l’Italia di Lupi restano ancorati al centrodestra, mentre i totiani di Coraggio Italia lavorano a un patto con Italia Viva (Brugnaro è più cauto).
Sa bene, il numero uno di via Bellerio, che sarà dura reggere adesso un confronto con Meloni, l’altro volto della Destra italiana, la quale non ha smesso di sottrargli consensi da quando è iniziata l’avventura dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Ecco perché, durante la sua quarantena che lo priverà dei due o tre punti stampa quotidiani ma lo vedrà attivissimo sui social e in dirette da casa, Salvini dovrà capire come dare attuazione e affinare il programma di rilancio approvato dal consiglio federale di martedì. Un piano che prevede che la Lega faccia ancor di più da pungolo del governo, per marcare in un anno elettorale la propria differenza rispetto agli alleati. «È necessario che la Lega sia maggiormente ascoltata – dice il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari – Diversamente non ha senso stare dentro l’esecutivo: dobbiamo incidere. Non è possibile, per essere chiari che le posizioni di Leu pesino più di quelle della Lega». Ma è una strategia che prende corpo in un clima di incertezza, sottolineato dal ministro Giancarlo Giorgetti durante il consiglio federale. Salvini, che ha visto Giorgetti ieri mattina (prima di risultare positivo al Covid), assicura che non ci sarà alcuno strappo ma la necessità di condurre una politica di lotta e di governo è sempre più pressante, per il “Capitano”. Bersagliato sui social da centinaia di commenti di chi gli rimprovera di aver fatto retromarcia rispetto alle posizioni critiche nei confronti degli strumenti di lotta al Covid. Ma questa fase dovrebbe prevedere un maggior sostegno pubblico al segretario da parte dei “colonnelli”: Giorgetti, Zaia, Fedriga. I quali, però, non si sono fatti sentire prima e dopo la decisione della Lega di disertare il cdm in cui sono state approvate le misure anti- pandemia nelle scuole.